“L’Islam invita al rispetto del prossimo, non a compiere mattanze”
"La comunità musulmana pescarese sotto shock si è categoricamente dissociata dal tragico attacco terroristico compiuto mercoledì dai fratelli franco-algerini Kouachi, all’interno della redazione della rivista satirica Charlie Hebdo"

«A nome di tutti i musulmani pescaresi condanno questi atti barbari, accaduti a Parigi così come recentemente a Bruxelles o più indietro in Spagna, compiuti da bestie che non hanno nulla a che vedere con l’Islam. La nostra religione non ha mai fatto riferimento a mattanze del genere, perché solo Dio che la vita l’ha data può toglierla, invitando al pieno rispetto nei confronti del prossimo».
Lo ha affermato ieri Sofia Belkacem, cittadina italo-marocchina sposata con un cattolico, punto di riferimento della comunità islamica pescarese dopo essere stata, dal 2004 al 2008, consigliere comunale delegata ai rapporti con gli immigrati. Attraverso questa chiara presa di posizione, che verrà ribadita domani nell’ambito di una fiaccolata che avrà inizio alle ore 17 in piazza Salotto, ieri la comunità musulmana pescarese sotto shock si è categoricamente dissociata dal tragico attacco terroristico compiuto mercoledì dai fratelli franco-algerini Kouachi all’interno della redazione della rivista satirica Charlie Hebdo, che ha paralizzato la Francia fino al sanguinoso epilogo di ieri pomeriggio. Questo drammatico episodio, unitamente a quello avvenuto nel supermercato a sud di Parigi, ha reso pesante il clima dei fedeli riuniti in preghiera presso la sede dell’associazione culturale islamica Noor di via Pisa, dove gli attacchi terroristici parigini sono un argomento tabù: «Perché – chiede nervosamente un giovane musulmano -, cos’è successo a Parigi?».

Una vignetta ironica di Giannelli, pubblicata dal Corriere della Sera, dedicata alle vittime di Charlie Hebdo
Un nervosismo, questo, dal quale emerge il fastidio, l’imbarazzo e la paura di una comunità di 70 persone, che solo da un anno ha ottenuto un luogo di culto non volendo altri problemi, la quale frettolosamente ha preso le distanze dai fondamentalisti che uccidono in nome dell’Islam: «Noi – premette subito Alì, responsabile della comunità islamica di via Pisa – qui vogliamo solo pregare, non diamo fastidio a nessuno e abbiamo buoni rapporti con tutti. Un musulmano non fa quelle cose…».
Un’affermazione, quest’ultima, confermata pienamente dalla Chiesa Cattolica locale, dall’arcidiocesi di Pescara-Penne che negli ultimi anni ha stretto ottimi rapporti con la comunità musulmana: «Abbiamo sviluppato un’amicizia serena – sottolinea don Achille Villanucci, direttore dell’Ufficio diocesano per il dialogo interreligioso -, senza aver mai avuto nessun problema e, ultimamente, abbiamo anche avuto modo di pregare insieme. Noi partecipiamo alle loro feste e loro partecipano ad alcuni nostri convegni».
I musulmani pescaresi, pregano riunendosi almeno cinque volte al giorno, dal lunedì al venerdì: «Fra noi – racconta il responsabile dell’associazione culturale islamica Noor – ci sono persone di nazionalità senegalese, marocchina oltre che bengalese, pakistana e indiana, ma ci sono anche alcuni italiani che vengono a pregare». Tra questi figura proprio la signora Belkacem, la quale ha ricordato la tradizionale ospitalità mostrata dalla città di Pescara nei confronti delle minoranze religiose: «Ci avevano consentito – ricorda l’ex consigliere comunale ai rapporti con gli immigrati – di riunirci in preghiera presso una parte dei locali del mercato ittico ma poi, con la giunta Mascia, qualcuno ha cambiato la serratura e noi abbiamo perso la nostra sede».
Fino al 2014, con l’ottenimento dei locali di via Pisa, mentre l’anno prima un’altra comunità islamica aveva trovato ospitalità in via Caravaggio. Luoghi, questi ultimi, attentamente monitorati dalle Forze di Polizia. Del resto, fonti Digos presso la Questura pescarese rivelano l’alta concentrazione di persone riconducibili alla fede musulmana, quantificate in 5 mila unità, residenti soprattutto nell’area metropolitana Pescara–Montesilvano. Tra loro, secondo la Questura, non figurano eventuali foreign fighters, lupi solitari in grado di trasformarsi in terroristi, ma in questo frangente è impossibile escluderlo con certezza.
Il rispetto e la solidarietà del musulmano sono rivolti esclusivamente ai membri della Umma (la comunità dei credenti): mentre sono ritenuti meritevoli di stima e protezione (dhimma) gli appartenenti alle Genti del Libro (Ahl al-Kitab: cristiani, ebrei, zoroastriani, hindu), purché paghino un’imposta personale (jizya) e una fondiaria (kharaj).
Non è esattamente come afferma la Belkacem… Leggete la traduzione del Corano realizzata da Piccardo o gli hadith attribuiti al Profeta e vedrete che bel concetto hanno i musulmani sugli ebrei e su noi cristiani…