“Camminiamo nella santità vivendo le beatitudini nel quotidiano”
"Dentro questa ferialità si colloca la nostra santità, da vivere coscientemente dentro la storia che Dio sta scrivendo con ciascuno di noi"

«Ci viene chiesto di camminare nella logica della Santità per quello siamo e per quello che viviamo, senza sforzi sovrumani, ma nella quotidianità di questo nostro vivere e di questo nostro relazionarci a Dio continuamente. Dentro questa ferialità si colloca la nostra santità, ma non si tratta di una ferialità banale venendo vissuta coscientemente dentro la storia che Dio sta scrivendo con ciascuno di noi: dentro questa storia ci sono le Beatitudini».
Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti, presiedendo la Santa Messa presso la Cattedrale di San Cetteo nel giorno in cui ricorreva la solennità di Ognissanti, Giornata della santificazione universale promossa dal Movimento Pro Sanctitate, al termine delle celebrazioni per il centesimo anniversario della nascita del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta che di tale giornata, quest’anno intitolata “Storia degli uomini storia di Dio”, fu proprio il promotore nel 1957.
Beatitudini, quelle descritte dal Vangelo di Matteo, di cui è piena la nostra storia di vita: «Dentro la situazione della povertà – spiega monsignor Valentinetti, rivolgendosi ai tanti fedeli presenti -, dentro la situazione del pianto, dentro la situazione della mitezza, dentro la ricerca della giustizia, dentro la logica della misericordia, dentro la bellezza della purezza di cuore, dentro la forza dell’essere operatore di pace e dentro la storia personale e scarnificante dell’essere perseguitati per la giustizia o insultati per il Regno dei cieli. Se vivete questa ferialità sostanziale, dentro la logica del Vangelo, voi vi rallegrerete ed esulterete perché la vostra ricompensa sarà grande nei cieli. Ovvero, la santità vi porterà alla contemplazione eterna del Regno di Dio di cui ci ha parlato il libro dell’Apocalisse».
Il popolo che vivrà tutto questo dirà amen, lode, gloria, sapienza, azione di grazia, amore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli, Amen: «Tutti questi doni – precisa il presule – sono quelli che provengono dalla grande tribolazione del martirio, ma anche dalla tribolazione della santità feriale, perché non è facile vivere la pagina delle Beatitudini: pensare alla povertà ed immedesimarsi nel Regno dei cieli. Non è facile vivere nel pianto e sapere che qualcuno ci consolerà e così via via per tutte quelle che sono le Beatitudini». Per vivere tutto questo, dunque, non resta che affidarsi all’intercessione dei santi: «In particolare – conclude l’arcivescovo di Pescara-Penne – a quelli di cui siamo devoti o di cui portiamo il nome. E ci affidiamo a colei che ha vissuto e vive la santità, la Vergine Maria, perché ci benedica, ci custodisca e ci preservi, con la sua intercessione, da ogni male».