Minori non accompagnati: “3 mila sono scomparsi e a rischio sfruttamento”
"Riscontriamo una situazione sempre più drammatica e di difficile gestione, con comunità di accoglienza sature o insufficienti rispetto al grande numero di arrivi, minorenni inseriti in strutture per adulti in condizioni precarie, impossibilità di proseguire i progetti anche dopo il compimento dei 18 anni"
«Sincera preoccupazione per l’attuale situazione dell’emergenza minori stranieri non accompagnati, che sta coinvolgendo tutto il territorio nazionale, e per la sua gestione». L’ha espressa, in una nota, l’Associazione Agevolando unitamente ad Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia, Associazione Libera (associazioni, nomi e numeri contro le mafie), Associazione Consulta diocesana per le attività a favore dei minori e delle famiglie onlus, Coordinamento nazionale comunità di accoglienza, Coordinamento nazionale comunità per minori, Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia, Coordinamento regionale comunità per minori dell’Emilia Romagna, Coordinamento regionale comunità per minori delle Marche, Federazione Progetto Famiglia onlus, Sos Villaggi dei bambini onlus e Terra dei piccoli onlus.
L’allarme è stato lanciato dal report diffuso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali sui minori stranieri non accompagnati (aggiornato al 30 settembre 2014), secondo il quale dall’inizio del 2014 i minori non accompagnati arrivati in Italia dal Nord Africa sono stati oltre 12 mila: «Di questi – denunciano le associazioni – poco più di 3 mila, un quarto del totale, non si trovano più! Una questione davvero grave, perché questi 3 mila ragazzi irreperibili sono potenziali vittime di sfruttamento sessuale, lavorativo e accattonaggio forzato».
A tutto questo bisogna aggiungere il contesto di disagio in cui operano i centri deputati all’accoglienza: «Dal nostro osservatorio – precisano – riscontriamo una situazione sempre più drammatica e di difficile gestione, con comunità di accoglienza sature o insufficienti rispetto al grande numero di arrivi, minorenni inseriti in strutture per adulti in condizioni precarie, impossibilità di proseguire i progetti (se così possono essere chiamati viste le condizioni) anche dopo il compimento dei 18 anni». Ed un forte disagio lo vivono anche le comunità: «Costrette – lamentano le associazioni – ad accogliere i ragazzi, vedendosi riconosciuti contributi assolutamente non sufficienti per offrire gli standard di qualità previsti e necessari, vittime inoltre di forti ritardi nei pagamenti e lentezze burocratiche».
Così, le associazioni coinvolte nell’accoglienza dei minori ritengono che non sia più possibile una gestione emergenziale dell’accoglienza e si dicono spaventate della deriva culturale ed etica: «La richiesta – propongono – è di una più decisa assunzione di responsabilità da parte dei soggetti coinvolti nella gestione dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e un maggiore coinvolgimento a livello decisionale delle organizzazioni della società civile impegnate da anni in questo ambito, assieme ad un impegno economico, perché senza i necessari fondi e senza un reale coordinamento anche le intese e i provvedimenti rischiano di rimanere insufficienti, a scapito di migliaia di ragazzi in fuga da scenari di povertà, guerre e violenza sempre più difficili».