Monsignor Iannucci: “Un ministro degno dell’altare e della Parola”
"Noi lo abbiamo ricordato, lo ricordiamo e preghiamo per lui credendo fermamente che anche lui voglia pregare per noi e, dal Paradiso, continuare a benedirci"

«In questo nostro cammino di fede, la Chiesa si fa maestra in continuazione e la Chiesa manda sempre alla sua Chiesa ministri degni dell’altare e ministri degni della Parola. E noi vogliamo ricordare un ministro degno dell’altare e della Parola come monsignor Antonio Iannucci, che risposa in questa Cattedrale».
Lo ha affermato martedì sera monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, celebrando una Santa messa solenne nel sesto anniversario della morte, ma soprattutto nel centesimo anniversario della nascita del suo indimenticato predecessore nell’episcopato pescarese, per i 35 anni intercorsi tra il 1955 ed il 1990, le cui spoglie mortali vennero tumulate proprio all’interno della Cattedrale di San Cetteo, rispettando la volontà espressa dall’allora presule emerito.
Un onore, quest’ultimo, concesso a monsignor Iannucci quale “padre fondatore” dell’attuale arcidiocesi di Pescara-Penne e, al suo interno, di molte opere di carità ed altre realtà che ancora oggi la vedono distinguere nel panorama locale e nazionale, a partire dalla fondazione dell’Opera juventutis, della Fraternità magistrale, della Fondazione Paolo VI (che dal 1978, attraverso i suoi centri riabilitativi e residenziali presenti nel pescarese e non solo, cura pazienti affetti da handicap ed assiste gli anziani, ndr), dell’Istituto superiore di Scienze Religiose Giuseppe Toniolo, dell’Istituto Giorgio La Pira e di Radio Speranza completando, infine, la sua azione con l’Oasi dello Spirito: «Queste – sottolinea monsignor Valentinetti, durante l’omelia – sono le colonne di vita che si vedono ancora, ma poi ci sono tante altre colonne di vita disseminate nelle comunità parrocchiali, nelle tante chiese che si sono costruite non solo materialmente, ma soprattutto spiritualmente sotto il suo episcopato nell’arcidiocesi di Pescara-Penne».
Monsignor Antonio Iannucci nacque a Bolognano, in provincia di Pescara, il 13 giugno 1914 per poi ricevere il sacramento dell’ordinazione sacerdotale il 25 marzo 1938. Successivamente, il 25 marzo 1955 fu elevato all’episcopato e l’8 maggio dello stesso anno venne ordinato vescovo ed assegnato alla nascente diocesi di Pescara-Penne. Quindi 36 anni di episcopato ricchi di grazia seguiti, al termine del suo lungo ministero, da altri anni di studio ed incessante preghiera: «Ciò che conta ricordare – osserva l’arcivescovo Valentinetti – è la sua fedeltà al magistero della Chiesa, ciò che conta ricordare è la sua fedeltà alla preghiera quotidiana. Tutte le volte che andavo a trovarlo, negli ultimi tempi della sua vita, lui diceva di dire con viva soddisfazione il rosario, la recita del breviario e la messa tutti i giorni. Solo alla fine della sua vita, è venuto a mancare a questi momenti importanti per la sua esistenza».
Un’esistenza che è andata e che va oltre la morte: «E noi – conclude il presule – speriamo che lui sia nell’abbraccio del Padre a godere di quella beatitudine senza fine, promessa ai servi fedeli. Noi lo abbiamo ricordato, lo ricordiamo e preghiamo per lui credendo fermamente che anche lui voglia pregare per noi e, dal Paradiso, continuare a benedirci».