Gaza: Amnesty chiede ad Usa embargo armi su Israele
Porre fine alla fornitura a Israele di ampi quantitativi di armi, strumento per compiere ulteriori gravi violazioni del diritto internazionale a Gaza. La richiesta agli Stati Uniti d’America di porre un embargo totale sulle armi, destinate a tutte le parti coinvolte nel conflitto, è stata lanciata ieri da Amnesty International.
La richiesta è giunta all’indomani dell’approvazione, da parte del Pentagono, dell’immediato trasferimento di munizioni per granate e mortai alle forze armate israeliane: «Il governo americano – dichiara Brian Wood, direttore del programma Controllo sulle armi e diritti umani di Amnesty International – sta gettando benzina sul fuoco attraverso la continua fornitura delle armi usate dalle forze armate israeliane per violare i diritti umani. Washington deve rendersi conto che, spedendo queste armi, sta esacerbando e continuando a consentire gravi violazioni dei diritti umani ai danni della popolazione civile di Gaza».
I gruppi armati palestinesi, a loro volta, continuano però a lanciare razzi indiscriminati in territorio israeliano, mettendo in pericolo la popolazione civile. Amnesty ha così ripetutamente chiesto la fine di questi attacchi, che costituiscono crimini di guerra. Gli Usa sono di gran lunga il principale esportatore di forniture militari ad Israele. Infatti, secondo dati resi pubblici dal governo di Washington, le forniture nel periodo gennaio-maggio 2014 hanno compreso lanciarazzi per un valore di quasi 27 milioni di dollari, componenti per missili guidati per un valore di 9,3 milioni di dollari e bombe, granate e munizioni di guerra per quasi 762.000 dollari.
Dal 2012, dunque, gli Usa hanno esportato verso Israele armi e munizioni per 276 milioni di dollari. Amnesty, per questo, continua a chiedere alle Nazioni Unite d’imporre immediatamente un embargo totale sulle armi destinate ad Israele, Hamas e i gruppi armati palestinesi.
In assenza di un embargo decretato dalle Nazioni Unite, l’organizzazione per i diritti umani chiede a tutti gli Stati di sospendere unilateralmente le forniture di munizioni ed equipaggiamento e assistenza militare a tutte le parti coinvolte nel conflitto, fino a quando le violazioni dei diritti umani commesse nei precedenti conflitti non saranno adeguatamente indagate e i responsabili portati di fronte alla giustizia. Dall’8 luglio, quando Israele ha lanciato la sua ultima offensiva militare su Gaza, oltre 1.400 palestinesi – in maggioranza civili – sono stati uccisi. Sono morti almeno 56 militari israeliani, due civili israeliani e un cittadino thailandese.
Ricordo che per molto meno il Sudafrica (quando vigeva il regime di apartheid) e l’Iraq di Saddam Hussein furono sottoposti a un ferreo embargo da parte delle Nazioni Unite… Vedremo se la proposta di Amnesty International verrò approvata. Personalmente nutro seri dubbi, dato che la lobby finanziaria sionista governa gli Stati Uniti…