Violenza sulle donne: in vigore Convenzione di Istanbul
Oggi, primo agosto, entra in vigore la Convenzione sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, più nota come Convenzione di Istanbul, città in cui è stata aperta alla firma l’11 maggio 2011. Il trattato obbliga gli Stati che l’hanno ratificato, Albania, Andorra, Austria, Bosnia ed Erzegovina, Danimarca, Francia, Italia, Montenegro, Portogallo, Serbia, Spagna, Svezia e Turchia – ad assumere misure specifiche per la lotta contro ogni forma di violenza nei confronti delle donne: molestie, violenza domestica, matrimoni forzati, mutilazioni genitali femminili.
Tra queste misure di prevenzione e tutela, indagini rigorose, strutture destinate all’assistenza psicologica e materiale delle vittime: «Uno dei punti di forza della Convenzione, aperta anche ai paesi non europei – illustra Thorbjorn Jagland, segretario generale del Consiglio d’Europa – è la creazione di un gruppo indipendente di esperti, che fornirà resoconti sul rispetto delle norme da parte degli Stati».
Nel solo 2013, in particolare, sono state uccise per mano dei compagni 143 donne in Inghilterra, 121 in Francia e 134 in Italia. Le Ong, gli Stati e la società civile celebreranno l’entrata in vigore della Convenzione il 19 settembre a Roma, in occasione di una conferenza internazionale promossa da Consiglio d’Europa, ministro degli Affari esteri italiano e Camera dei deputati italiana: «La violenza contro le donne – conclude Franco Previte, presidente dell’associazione “Cristiani per Servire” – specialmente disabili, è un’orrenda violazione dei diritti umani».