In Italia aumenta costantemente la povertà infantile

In Italia il numero di minori in povertà assoluta è andato costantemente aumentando. Erano 723 mila nel 2011, 1 milione e 58 mila nel 2012, 1 milione 434 mila nel 2013: «Già a 3 anni è rilevabile uno svantaggio nello sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo dei bambini provenienti da famiglie più disagiate e in assenza di interventi adeguati entro i 5 anni il divario aumenta ulteriormente».
In questi termini Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan, ha lanciato l’allarme sul fenomeno della povertà e del disagio minorile in Italia, ascoltato ieri in audizione alla Commissione Infanzia e adolescenza nell’ambito di un’indagine conoscitiva specifica. Tra le proposte della Fondazione, c’è quella di trasformare una parte degli attuali trasferimenti per assegni familiari, che valgono 6,5 miliardi, in servizi per la prima infanzia: «Trasformando – osserva Vecchiato – 1,5 miliardi di assegni familiari in asili nido, ad esempio, il numero di bambini presi in carico potrebbe aumentare di 201 mila unità, con un incremento del numero di addetti pari a 42 mila nuovi occupati. Il risultato, non è soltanto occupazionale se si considera ad esempio l’efficacia misurata in termini di riduzione della povertà e della disuguaglianza. La professionalizzazione delle risposte di welfare è uno dei maggiori effetti dei servizi rispetto ai trasferimenti monetari».
Nel nostro Paese, infatti, le risorse a favore di famiglie con bambini e minori nel 2010 rappresentavano il 4,6% della spesa complessiva di protezione sociale, contro l’8% della media europea ( in base ai dati Eurostat). In Italia, solo il 13,5% dei minori di 0-2 anni nell’anno scolastico 2011/2012 aveva accesso a servizi socio-educativi comunali, l’11,8% considerando i soli asili nido: «Eppure – sottolinea Vecchiato – la disponibilità di servizi per la prima infanzia contribuisce notevolmente a ridurre la povertà dei bambini, ben oltre l’effetto dei trasferimenti economici».
Questa una delle aree di approfondimento del progetto Tfiey – Transatlantic Forum on Inclusive Early Years, condotto in Italia dalla Compagnia di San Paolo in partenariato con le Fondazioni Zancan, Cariplo, Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Fondazione con il sud: «I servizi socio-educativi – conclude Vecchiato – consentono la conciliazione famiglia/lavoro e facilitano lo sviluppo cognitivo e relazionale per i bambini, soprattutto per quelli che provengono da contesti familiari svantaggiati. Offrono inoltre possibilità di nuova occupazione».