“Lo Spirito Santo ci fa parlare nella profezia”

«Lo Spirito Santo ci fa parlare anche agli uomini nella profezia, cioè facendoci “canali” umili e docili della Parola di Dio. La profezia è fatta con franchezza, per mostrare apertamente le contraddizioni e le ingiustizie, ma sempre con mitezza e intento costruttivo. Penetrati dallo Spirito di amore, possiamo essere segni e strumenti di Dio che ama, che serve, che dona la vita».
Lo ha detto stamani Papa Francesco, pronunciando l’omelia nel corso della messa di Pentecoste nella basilica di San Pietro: «Vieni Spirito Santo – invoca il Papa -. Sulle labbra dei fedeli, quasi come una voce sola, si diffonde l’invocazione allo Spirito Santo, la cui effusione non si è limitata al giorno di Pentecoste, sui discepoli nel Cenacolo, ma è un evento che si rinnova ancora. Cristo, infatti, continua ad inviare sulla Chiesa lo Spirito vivificante».
A questo punto, tre sono stati gli aspetti caratteristici dello Spirito Santo ricordati dal Santo Padre: «Lo Spirito Santo – spiega- ci insegna e ci ricorda e ci fa parlare. È, infatti, più che un maestro di dottrina, un maestro di vita: il Maestro interiore che ci guida per il giusto cammino attraverso le situazioni della vita e insegna a seguire Gesù. Lo Spirito Santo poi ci ricorda tutto quello che Gesù ha detto. E questo ricordare non si riduce ad un fatto mnemonico, ma significa che ci fa entrare sempre pienamente nel senso delle sue parole».
Tutto questo, a detta del Papa, chiede a noi una risposta e più questa è generosa, più le parole di Gesù diventano in noi testimonianza: «In sostanza – ribadisce il Pontefice – lo Spirito ci ricorda il comandamento dell’amore, e ci chiama a viverlo. Un cristiano senza memoria non è un vero cristiano: è un cristiano a metà strada, è un uomo o una donna prigioniero del momento, che non sa fare tesoro della sua storia, non sa leggerla e viverla come storia di salvezza. Invece, con l’aiuto dello Spirito Santo possiamo interpretare le ispirazioni interiori e gli avvenimenti della vita alla luce delle parole di Gesù: “E così cresce in noi la sapienza della memoria, la sapienza del cuore, che è un dono dello Spirito”. Che lo Spirito Santo ravvivi in tutti noi la memoria cristiana!».
E Maria è la donna che dall’inizio meditava tutto nel suo cuore: «Che Lei ci aiuti – auspica Papa Bergoglio – in questa strada della memoria». Ma lo Spirito Santo, possiede ancora una caratteristica: «Ci fa parlare, con Dio e con gli uomini -. Non c’è posto per i cristiani muti di anima. Con Dio, lo Spirito Santo fa parlare nella preghiera permettendo di chiamarlo “Papà, Abbà”. Con gli altri, nel dialogo fraterno, riconoscendo in loro dei fratelli e comprendendo le angosce e le speranze».
In conclusione, Papa Francesco ha ricordato che il giorno di Pentecoste la Chiesa nasce “in partenza”, per annunciare a tutti la Buona Notizia: «È la Madre Chiesa – sottolinea il Papa – che parte per servire». Quindi, l’accostamento tra la Madre Chiesa e la Madre Maria: entrambe vergini, madri e donne. Il Santo Padre ha infine concluso ricordando che Gesù era stato perentorio con gli Apostoli, i quali non dovevano allontanarsi da Gerusalemme senza aver prima ricevuto la forza dello Spirito Santo: «Senza di Lui – avverte il Pontefice – non c’è missione, non c’è evangelizzazione».
Poco dopo, recitando il Regina Coeli, Papa Francesco è tornato a chiedere preghiere per la riuscita dello straordinario incontro di preghiera per la pace in Terra Santa, che fra poco vedrà incontrarsi i presidenti di Israele e Palestina Peres e Abbas, presso i Giardini Vaticani, alla presenza del patriarca ecumenico Bartolomeo I: «Un incontro storico voluto – evidenzia il Papa – per invocare da Dio il dono della pace nella Terra Santa, in Medio Oriente e nel mondo intero. Desidero ringraziare tutti coloro che, personalmente e in comunità, hanno pregato e stanno pregando per questo incontro, e si uniranno spiritualmente alla nostra supplica. Grazie!».