“La pietà è mitezza, è vincere il nostro spirito inquieto”

«C’è un rapporto molto stretto tra il dono della pietà e la mitezza». Lo ha spiegato ieri Papa Francesco, nell’ambito della catechesi pronunciata all’interno dell’udienza generale del mercoledì, tenutasi in piazza San Pietro davanti a 35 mila fedeli, incentrata sul dono dello Spirito Santo della pietà: «Il dono della pietà – spiega il Papa – ci fa miti, tranquilli, pazienti, in pace con Dio e al servizio con mitezza degli altri. Chiediamo al Signore che il dono del suo Spirito possa vincere il nostro timore, le nostre incertezze, anche il nostro spirito inquieto, impaziente, e possa renderci testimoni gioiosi di Dio e del suo amore con la mitezza e anche col sorriso, che sempre lo Spirito Santo ci dà».
Con l’occasione, il Santo Padre ha approfondito il senso del dono della pietà, concetto spesso frainteso con il pietismo e che tocca invece nel cuore la nostra identità e la nostra vita: «Alcuni – puntualizza il Pontefice – pensano che la pietà è chiudere gli occhi, fare la faccia “a immaginetta”, far finta di essere come un santo – paragona Papa Bergoglio, citando un proverbio in piemontese -. Questo non è il dono della pietà, che in realtà vuol dire essere capaci di gioire con chi è nella gioia, di piangere con chi piange, di stare vicini a chi è solo o angosciato, di correggere chi è nell’errore, di consolare chi è afflitto, di accogliere e soccorrere chi è nel bisogno. Se il dono della pietà ci fa crescere nella relazione e nella comunione con Dio e ci porta a vivere come suoi figli, nello stesso tempo ci aiuta a riversare questo amore anche sugli altri e a riconoscerli come fratelli. E allora sì che saremo mossi da sentimenti di pietà, non di pietismo, nei confronti di chi ci sta accanto e di coloro che incontriamo ogni giorno».
La pietà per un cristiano, a detta del Papa, non si identifica neanche con l’avere compassione di qualcuno, avere pietà del prossimo, ma indica la nostra appartenenza a Dio e il nostro legame profondo con Lui, un legame che dà senso a tutta la nostra vita e che ci mantiene saldi, in comunione con Lui, anche nei momenti più difficili e travagliati: «Questo legame – conclude Papa Francesco – non va inteso come un dovere o un’imposizione, ma come una relazione vissuta col cuore: è la nostra amicizia con Dio, donataci da Gesù, un’amicizia che cambia la nostra vita e ci riempie di entusiasmo, di gioia. Per questo, il dono della pietà suscita in noi innanzitutto la gratitudine e la lode. Quando lo Spirito Santo ci fa percepire la presenza del Signore e tutto il suo amore per noi, ci riscalda il cuore e ci muove quasi naturalmente alla preghiera e alla celebrazione. Pietà, dunque, è sinonimo di autentico spirito religioso, di confidenza filiale con Dio, di quella capacità di pregarlo con amore e semplicità che è propria delle persone umili di cuore».