“Nei misteri del rosario, ritroviamo i misteri della fede”

«Sfogliando i misteri del rosario, dopo ogni decina della corona che si snoda tra le nostre mani, noi possiamo ritrovare i misteri principali della nostra fede: riscorriamone uno per uno e facciamone meditazione, perché possiamo sempre rendere gloria a Dio per quanto ci concede e per l’amore che in Maria continua a donare alla sua Chiesa e a tutta l’umanità».
Lo ha affermato ieri sera l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, pronunciando l’omelia della Santa Messa nel giorno dedicato alla Madonna di Fatima, presso la chiesa pescarese del Cuore Immacolato di Maria. Con l’occasione si anche concluso il pellegrinaggio del rosario più grande del mondo, avente una lunghezza di 82 metri ed una circonferenza di 146 e composto da 60 grani di polistirolo, realizzato dai volontari abruzzesi dell’Unitalsi che, dallo scorso 2 maggio, lo hanno trasferito in successione nelle parrocchie di Sant’Agostino a Città Sant’Angelo marina, di San Camillo de Lellis a Villa Raspa di Spoltore, Sant’Antonio di Padova, Beata Vergine Maria del Rosario e Madonna dei Sette dolori a Pescara.
Un’occasione, quest’ultima, per riflettere ulteriormente sul significato del rosario e della sua preghiera: «A conclusione dell’itinerario – riflette monsignor Valentinetti – che la corona del rosario ha fatto nelle nostre parrocchie, riprendiamo fiducia e serenità, riprendiamo speranza e forza. La preghiera del rosario ci ha legato, ci lega e ci legherà al mistero d’amore di Maria che si realizza sotto la croce, quando Gesù dice alla donna: “Donna ecco tuo figlio, e la figlio, ecco tua madre. Quel discepolo che Gesù amava”. E da quell’ora il discepolo la accolse con sé, anzi tra le suo cose più care, perché diventò definitivamente madre di una moltitudine di credenti che, da quella croce, sono vissuti e vivono in tutta la storia dell’umanità».