Siglato il patto abruzzese anti-burocrazia

Confindustria e tredici enti locali di Chieti e Pescara hanno dichiarato guerra alla lenta e farraginosa macchina burocratica della Pubblica Amministrazione siglando, ieri presso la sede dell’Unione industriali di Pescara, il Patto per l’efficienza: «Da un sondaggio – premette Paolo Primavera, presidente di Confindustria Chieti -, abbiamo rilevato che il costo della burocrazia incide per l’8-10% sul fatturato delle piccole e medie imprese locali le quali, praticamente, sono costrette a pagare una tassa occulta oltre a quelle già previste».
Il progetto, ideato e promosso dalla Sezione unificata servizi innovativi di Confindustria Chieti-Pescara, che nei prossimi sei mesi impegnerà i comuni pescaresi di Penne, Spoltore, Città Sant’Angelo, Alanno, Moscufo e Pianella insieme a quelli chietini di Vasto, Fossacesia, Ortona, Gessopalena e Rocca San Giovanni, oltre alla Provincia di Chieti ed all’Associazione tra gli enti locali per l’attuazione del patto territoriale Sangro-Aventino, a semplificare l’apparato burocratico a beneficio di cittadini ed imprese: «Innanzi tutto – illustra Ernesto Anchini, coordinatore del gruppo di progetto di Confindustria – l’esecuzione del patto dovrà garantire alle imprese la presenza di un unico interlocutore all’interno dell’ente locale, munito di telefono, e-mail e fax, dal quale ricevere rapidamente indicazioni e risposte. Inoltre, l’imprenditore dovrà poter disporre della lista di documenti precisa, in base alla quale richiedere certificazioni e autorizzazioni. Infine, gli enti si impegneranno a rendere la modulistica compilabile online e ad utilizzare efficacemente la posta elettronica certificata».
Alla scadenza del Patto per l’efficienza, verranno poi tirate le somme del progetto che potrà essere esteso ad altri enti locali: «Lavoriamo su dei modelli replicabili – conferma Luigi Di Giosaffatte, direttore generale di Confindustria Pescara – e su questa base metteremo in campo della formazione gratuita, rivolta a tutte le amministrazioni locali che vorranno indicare un referente per il progetto. Dovremmo abbattere il 25% del costo della burocrazia, che ammonta a 31 miliardi di euro. Se lo facessimo in tre anni, recupereremmo l’1,7% del Pil: oltre 15 miliardi di euro».