Campo (in)Felice: l’area protetta diventa un cantiere
Scarichi fognari che sfogano direttamente sui prati, gare di fuoristrada su neve con totale con azzeramento della vegetazione trasformata in una distesa di fanghiglia, ruspe, camion e pietrisco del cantiere della galleria ANAS di Serralunga su vegetazioni rarissime che teoricamente sarebbero tutelate a livello europeo.
Questa la situazione denunciata attraverso la photogallery intitolata “Se questo è un parco” che LIPU, Altura, Stazione Ornitologica Abruzzese onlus, Pronatura Abruzzo, Associazione Noi Per Lucoli onlus, Mountain Wilderness, Gruppo Naturalisti di Rosciolo e Salviamo L’Orso hanno raccolto per denunciare il far west che ha letteralmente sconvolto una delle aree più protette, almeno sulla carta, dell’Appennino come il Parco regionale del Sirente-Velino. Praterie ricchissime di specie, habitat rarissimi e unici trasformati in un cantiere con la totale asportazione o copertura del cotico erboso. Il tutto condito con un po’ di liquami che si riversano da pozzetti evidentemente non gestiti.
L’area della Piana di Campo Felice è una conca carsica dall’elevato interesse conservazionistico. Nel sito, infatti, viene registrata la presenza di numerosi habitat tutelati dalla Comunità Europea come, ad esempio, gli stagni temporanei mediterranei, le praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis), le Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie igrofile. Le aree umide della Piana di Campo Felice conservano specie floristiche uniche di importanza nazionale per il mondo vegetale, a rischio d’estinzione, oltre che a specie endemiche e di grande significato biogeografico, tra le quali ricordiamo il Sedum nevadense (in Italia noto solo a Campo Felice), la Klasea lycopifolia, il Myosurus minimus, l’Artemisia atrata, la Sesleria uliginosa, e di entità di inserite nelle liste rosse nazionale o anche prioritarie in Direttiva 92/43/CEE. Molte sono le specie animali presenti come il gracchio corallino, la coturnice, il lupo, l’orso ed il tritone crestato.
Le associazioni hanno scritto agli enti competenti, la Regione Abruzzo e l’Ente Parco in primis, esprimendo un profondo rammarico nel dover prendere atto di una situazione che appare totalmente fuori da ogni controllo, senza alcuna forma di prevenzione attiva dei danni a fauna e flora e alle caratteristiche idro-geologiche del sito, compresa la qualità delle acqua superficiali e sotterranee. Tutto ciò in un’area che, almeno teoricamente, sarebbe protetta a livello europeo e di facile accesso per i controllo da parte degli organi destinati a tali mansioni. Le associazioni chiedono un immediato intervento repressivo facendo rispettare le numerose leggi, da quelle comunitarie a quelle nazionali e regionali poste a tutela di Campo Felice, anche per il ripristino immediato dello stato dei luoghi.