Ucraina: rivoluzione e morte
«Si sparava dappertutto. Il numero ufficiale delle vittime comunicato dal ministero della Sanità parlava di 28 persone morte e centinaia di feriti. Ma non corrisponde alla verità: il numero dei feriti e delle vittime è di gran lunga superiore. Si stanno commettendo crimini contro l’umanità». È questa la tragica testimonianza di padre Andriy Zelinskyy, gesuita greco-cattolico di Kiev.
Una denuncia da brividi che ben descrive l’attuale situazione di quella che è chiamata la “rivoluzione della dignità” ucraina. Da un lato il presidente oligarca Viktor Yanukovych e il suo esercito armato, dall’altra parte la gente, a favore dell’ingresso in Europa come possibilità per uscire da una crisi non solo economica, ma accentuata dalla dipendenza al potere russo. Yanukovych, infatti, viene accusato di corruzione per aver creato un unico organismo con la mafia ucraina e, soprattutto, di subordinazione a Vladimir Putin.
Intanto sangue e paura sono la certezza di una situazione che assume tratti sempre più assurdi con cecchini della polizia nelle zone strategiche della città e il gioco al massacro dei civili anche nelle case private. «Non è tanto il fatto che sparano sulla gente – continua il sacerdote – È quello che fanno sulle persone che colpisce. Per esempio una persona è stata colpita con un martello. L’hanno presa per la testa e l’hanno colpita più volte. A un’altra hanno cucito la bocca con ago e filo. Fanno cose inimmaginabili».
Si attendono con speranza le decisioni dei ministri degli Esteri a Bruxelles e le posizioni dei politici ucraini – sia quelli dell’opposizione sia quelli che si sono allontanati dal “partito delle regioni” – riuniti nel palazzo del Parlamento di Kiev, ma allo stesso tempo più di 30mila sono in piazza e il numero è destinato ad aumentare insieme al conto dei morti: «la gente non ha nulla da perdere – prosegue una fonte della Chiesa greco-cattolica che preferisce rimanere nell’anonimato – perché hanno visto i loro amici, i loro parenti morire».
U.S.A. usually violates international law and sovereignty of foreign state when required by U.S. citizens’ or corporations’ interests or by U.S. security (see Mexican war 1848, Spanish war 1898, WWI and WWII, Iraqi war etc.). So why do U.S.A. deny the legitimate Russian claims over Crimea and Eastern Ukraine?
La Crimea e l’Ucraina orientale (a maggioranza russofona) sono sull’orlo della secessione, la Russia mobilita alle frontiere: cosa faranno NATO e UE? Soffieranno sul fuoco dei movimenti nazionalisti o cercheranno una mediazione, magari sulla base di una separazione fra le due parti del Paese?
Anche gli USA sono interessati ad espandere la loro influenza su un’area strategica come l’Ucraina, al confine con la Russia e vicina ai campi petroliferi del Caucaso e alle ricchezze minerarie e fossili dell’Asia centrale, Kazakhstan in testa. Ma è un gioco geopolitico pericoloso.
Temo che il disegno nascosto sia aumentare il caos a livello globale (vedi i precedenti di Libia, Egitto e Siria) senza arrecare reali benefici al popolo ucraino, stretto fra le pretese egemoniche della Russia e quelle del Wirtschaftsraum germanico, che da secoli sogna un’espansione a Oriente.
Purché la legittima protesta di un popolo oppresso da un regime corrotto non subisca interventi di servizi segreti di potenze straniere e dei loro agenti per allargare la sfera d’influenza dell’UE (tedesca) sulla pelle dei cittadini ucraini e della loro sete di democrazia.