“A Maria affidiamo i bisogni del mondo intero”
«A Lei affidiamo il nostro itinerario di fede, i desideri del nostro cuore, le nostre necessità, i bisogni del mondo intero, specialmente la fame e la sete di giustizia e di pace; e la invochiamo tutti insieme: Santa Madre di Dio!». Lo ha affermato ieri Papa Francesco pronunciando l’omelia della Santa Messa in occasione della solennità di Maria Madre Dio che ha scelto di introdurre, così da accompagnare il nostro cammino per il tempo che si apre davanti a noi, recitando l’antica preghiera di benedizione che Dio aveva suggerito a Mosè: «“Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”.
Sono parole di forza – riflette il Santo Padre -, di coraggio, di speranza. Non una speranza illusoria, basata su fragili promesse umane; neppure una speranza ingenua che immagina migliore il futuro, semplicemente perché è futuro. Questa speranza ha la sua ragione proprio nella benedizione di Dio, una benedizione che contiene l’augurio più grande, l’augurio della Chiesa ad ognuno di noi, pieno di tutta la protezione amorevole del Signore, del suo provvidente aiuto. Un augurio che si è realizzato pienamente in una donna, Maria, in quanto destinata a diventare la Madre di Dio. Questo è il titolo principale ed essenziale della Madonna. Si tratta di una qualità, di un ruolo che la fede del popolo cristiano, nella sua tenera e genuina devozione per la mamma celeste, ha percepito da sempre. Madre di Dio che ci ha preceduti nel nostro cammino di fede e per questo la sentiamo particolarmente vicina a noi! La Madre di Dio ha condiviso la nostra condizione, ha dovuto camminare sulle stesse strade frequentate da noi, a volte difficili e oscure, ha dovuto avanzare nel pellegrinaggio della fede. Maria sorgente di speranza e di gioia vera, esempio di umiltà e disponibilità alla volontà di Dio, che al calvario tiene accesa la fiamma della fede nella risurrezione del Figlio e la comunica con affetto materno agli altri».
Al termine della liturgia eucaristica, in occasione dell’Angelus, il Papa ha poi riflettuto sul tema della Giornata mondiale della Pace, ricorrente sempre ieri: «Fraternità, fondamento e via per la pace, nella convinzione – auspica Papa Francesco – che siamo tutti figli dell’unico Padre, parte della stessa famiglia umana, con un comune destino, chiamati ad operare perché il mondo diventi una comunità di fratelli che si rispettano, si accettano nelle loro diversità e si prendono cura gli uni degli altri. Siamo anche chiamati a renderci conto delle violenze e delle ingiustizie presenti in tante parti del mondo e che non possono lasciarci indifferenti e immobili: c’è bisogno dell’impegno di tutti per costruire una società veramente più giusta e solidale».
Da qui l’invito ad incamminarci tutti, da ogni angolo della Terra, con più decisione sulle vie della giustizia e della pace, aiutati dal Signore. La pace, infatti, richiede la forza della mitezza, la forza nonviolenta della verità e dell’amore». E tutto questo, a partire dalla pace in casa: « Giustizia e pace a casa, tra noi. Si incomincia a casa e poi si va avanti, a tutta l’umanità. Ma dobbiamo incominciare a casa». Quindi, l’invocazione a Maria perché il Vangelo della fraternità possa abbattere i muri che impediscono ai nemici di riconoscersi fratelli: «A lei – conclude il Santo Padre – che estende la sua maternità a tutti gli uomini, affidiamo il grido di pace delle popolazioni oppresse dalla guerra e dalla violenza, perché il coraggio del dialogo e della riconciliazione prevalga sulle tentazioni di vendetta, di prepotenza, di corruzione».