“La Chiesa è comunione”

Una grande partecipazione di laici e presbiteri in rappresentanza di parrocchie, movimenti ed associazioni ecclesiali presenti nell’arcidiocesi di Pescara-Penne ha fatto da sfondo al Convegno diocesano dal tema “La Chiesa è comunione”, svoltosi nelle giornate di sabato e domenica (che hanno accolto rispettivamente gli adulti e i giovani) presso l’Oasi dello Spirito di Montesilvano colle, che è anche il titolo dell’itinerario biblico-catechetico che scandirà i mesi del nuovo anno pastorale ormai alle porte: «Abbiamo scelto questo tema – ha esordito monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, introducendo i lavori di sabato – per continuare il lavoro avviato lo scorso anno, quando ci siamo fermati a riflettere sulla fede. Ma questa fede non la esprimiamo isolatamente o individualmente, ognuno per conto nostro, ma la esprimiamo all’interno della realtà comunitaria che è la Chiesa. Anzi, nella Chiesa c’è la trasmissione della fede e nella Chiesa, in mezzo al mondo, c’è la professione della fede. Vogliamo sperimentarla la comunione, in questi due giorni, attraverso una comune riflessione sulla Parola di Dio e sulla teologia, ma vogliamo soprattutto sentirci fratelli e sorelle una volta che ritorneremo nelle nostre comunità, dove dobbiamo esprimere la comunione per rispondere a questa chiamata che il Signore ci ha fatto».
L’itinerario diocesano 2013/2014, composto da otto tappe mensili da sviluppare da novembre a giugno, avrà la sua icona biblica nel brano nel passo del Vangelo di Matteo sulla parabola del granello di senape: «Quest’anno – ha spiegato don Fernando Pallini, direttore della Pastorale Biblica diocesana – abbiamo voluto snellire la traccia, proponendo una tappa al mese facente riferimento al testo estrapolato dalla liturgia domenicale, tutto questo per favorire al meglio la nostra preghiera. In particolare, ogni tappa si divide in sei moduli: l’approfondimento esegetico con lo studio della parola, il filo rosso con gli elementi per una crescita umana e spirituale, gli spunti per i giovani, una proposta di carità con un’attività concreta suggerita dalla Caritas diocesana. Inoltre, non mancherà un modulo di riflessione sulla sofferenza, che fa parte della nostra vita e va vissuta in un’ottica di fede, grazie all’opera del Centro volontari della sofferenza e infine, ci saranno dei contributi celebrativi a sfondo vocazionale».
Ma tornando all’icona biblica annuale del granello di senape, che dà il senso all’intero anno pastorale, sabato mattina è intervenuto padre Roberto Di Paolo, direttore dell’Istituto superiore di Scienze Religiose “Toniolo” di Pescara, per spiegare il suo significato più tecnico: «Questa traccia – ha riflettuto lo studioso -, come tutte le immagini bibliche, si presta tantissimo. Se pensiamo soltanto al rapporto complementare tra il maschile e il femminile all’interno della comunione della Chiesa, si apre un universo. Basta pensare alle famiglie, ma anche al rapporto complementare maschile e femminile nella collaborazione: la donna lavora in un modo, l’uomo in un altro. Insieme fanno Chiesa e se c’è questo rapporto complementare si può sviluppare una comunione. Un’altra pista di riflessione, ma ce ne sono molte altre, è quella dell’apertura dell’albero che offre riparo a tutti, la Chiesa che offre vitto e alloggio. Possiamo pensare che a Pescara abbiamo la “Cittadella dell’accoglienza”, offriamo vitto e alloggio agli indigenti e abbiamo fatto la comunione. Ma non è questo, perché offrire vitto e alloggio vuol dire avere questa apertura verso tutti, anche all’interno della Chiesa non solo per le persone di fuori. Il bello è che essendo Parola di Dio, anche un’immagine così piccola come il granello di senape si presta ad uno sviluppo come l’albero, grande per tutti».
Successivamente è stato monsignor Gino Cilli, Rettore del Seminario regionale di Chieti, a condurre i presenti alla scoperta del valore della comunione nella Chiesa: «Già il Sinodo dei vescovi del 1985, a 20 anni dalla fine Concilio Vaticano II, – ha osservato il teologo – facendo un bilancio sulle esperienze del Concilio stesso, affermava che l’ecclesiologia di comunione è l’idea centrale e fondamentale del Vaticano II. Ma, in concreto, il messaggio della Chiesa come comunione ognuno di noi deve assimilarlo sentendosi appartenente alla Chiesa, avendo la consapevolezza che essa non è frutto delle nostre convergenze, ma è anzitutto un dono di Dio. In sostanza, la comunione diventa un punto di arrivo perché nelle nostre comunità, quotidianamente, dobbiamo sforzarci di puntare verso il centro che è Cristo, di ritrovarci insieme in Lui. Se vogliamo utilizzare un’immagine, possiamo fare riferimento ad una circonferenza dalla quale si possono tracciare dei raggi verso il centro. Man mano che ogni raggio si avvicina al centro, si avvicina all’altro per ritrovarsi insieme tutti nel punto centrale della circonferenza. Nella Chiesa, man mano che tutti convergiamo verso Cristo sinceramente, ci ritroviamo tra di noi. Tutti dobbiamo convergere verso Cristo e noi ministri ordinati nella Chiesa, abbiamo il compito di portare le persone a Cristo: di favorire l’incontro tra il singolo e Cristo, tra la comunità cristiana e Gesù Cristo».
Nella giornata di domenica, riservata ai giovani, al posto di don Gino Cilli, è stato invece Massimiliano Petricca, laico impegnato nonché segretario dell’Istituto “Toniolo”, a sviscerare il concetto di Chiesa come comunione parlando di una comunità capace di ascoltare, accogliere e annunciare. Sia il pomeriggio di sabato che quello di domenica, quindi, sono stati dedicati ai lavori di gruppo che, da un lato, hanno valutato la riuscita dell’itinerario diocesano dello scorso anno e, dall’altro, hanno approfondito la tematica attuale. Domenica pomeriggio, ha concluso la due giorni la Santa Messa celebrata dall’arcivescovo Valentinetti.
Come detto, al di là dei singoli presbiteri e laici presenti, tutte le associazioni ed i movimenti attivi in diocesi hanno partecipato all’appuntamento coordinati dal Cdal, il Consiglio diocesano delle Aggregazioni laicali: «La comunione – ha sottolineato Marcella Fazia, presidente del Cdal – è il punto di partenza, non solo di arrivo. Sappiamo che la comunione è dono dello Spirito Santo, che dobbiamo accogliere per iniziare questo cammino molto audace, perché implica un’accoglienza gli uni gli altri come qualcuno che mi appartiene essendo noi tutti parte del corpo mistico, che è Cristo. L’itinerario biblico annuale, dunque, ci impegnerà tutti: uomini, donne, movimenti, associazioni, presbiteri e diaconi. Nessuno, nella Chiesa, è escluso da questo chiamata, da questo cammino».
Ciascuno di noi ha un modo di essere e di fare, ma nel momento in cui siamo con qualcuno, dobbiamo ricordarci di essere figli di Dio e accettarci l’uno con l’altro senza cercare in tutti i modi di prevaricare. E’ vero siamo tutti diversi, ma che noia sarebbe essere tutti uguali!!!