“Dalla cultura dello scarto a quella dell’incontro”

«È impressionante il numero di persone che migra da un continente all’altro, così come di coloro che si spostano all’interno dei propri Paesi e delle proprie aree geografiche. I flussi migratori contemporanei costituiscono il più vasto movimento di persone, se non di popoli, di tutti i tempi».
Lo ha scritto Papa Francesco nel messaggio per la Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati, che ricorrerà il prossimo 19 gennaio 2014, dal tema “Migranti e rifugiati: verso un mondo migliore”, presentato ieri mattina nella Sala stampa della Santa Sede: «In cammino con migranti e rifugiati – ha affermato il messaggio -, la Chiesa si impegna a comprendere le cause che sono alle origini delle migrazioni, ma anche a lavorare per superare gli effetti negativi e a valorizzare le ricadute positive sulle comunità di origine, di transito e di destinazione dei movimenti migratori. Purtroppo, mentre incoraggiamo lo sviluppo verso un mondo migliore, non possiamo tacere lo scandalo della povertà nelle sue varie dimensioni».
Dai dati statistici forniti in allegato al messaggio, tra l’altro, emerge che sempre più persone vivono all’estero. Nel 2013, infatti, 232 milioni di persone, pari al 3,2% della popolazione mondiale, sono migranti internazionali a fronte dei 175 milioni nel 2001 e dei 154 milioni nel 1990. Nel messaggio per la Giornata dei migranti, inoltre, Papa Francesco fa un riferimento alle reazioni dell’opinione pubblica e dei mass media di fronte al fenomeno migratorio: «Non di rado – ha scritto il Pontefice -, infatti, l’arrivo di migranti, profughi, richiedenti asilo e rifugiati suscita nelle popolazioni locali sospetti e ostilità. Nasce la paura che si producano sconvolgimenti nella sicurezza sociale, che si corra il rischio di perdere identità e cultura, che si alimenti la concorrenza sul mercato del lavoro o, addirittura, che si introducano nuovi fattori di criminalità. I mezzi di comunicazione sociale, in questo campo, hanno un ruolo di grande responsabilità: tocca a loro, infatti, smascherare stereotipi e offrire corrette informazioni, dove capiterà di denunciare l’errore di alcuni, ma anche di descrivere l’onestà, la rettitudine e la grandezza d’animo dei più».
Secondo il Santo Padre, dunque, è necessario un cambio di atteggiamento verso i migranti e i rifugiati da parte di tutti: «Il passaggio – ha auspicato infine – da un atteggiamento di difesa e di paura, di disinteresse o di emarginazione – che, alla fine, corrisponde proprio alla “cultura dello scarto” – ad un atteggiamento che abbia alla base la “cultura dell’incontro”, l’unica capace di costruire un mondo più giusto e fraterno, un mondo migliore».