“In Siria una guerra commerciale per la vendita di armi?”

«Seguire Gesù significa condividere il suo amore misericordioso, entrare nella sua grande opera di misericordia per ogni uomo e per tutti gli uomini». Lo ha detto ieri mattina Papa Francesco, in occasione della tradizionale recita dell’Angelus domenicale con i pellegrini intervenuti in piazza San Pietro: «Quella di Gesù è proprio un’opera di misericordia, di perdono, di amore! È tanto misericordioso Gesù! E questo perdono universale, questa misericordia, passa attraverso la croce. Ma Gesù non vuole compiere questa opera da solo: vuole coinvolgere anche noi nella missione che il Padre gli ha affidato. Il discepolo di Gesù – ha ricordato il Pontefice – rinuncia a tutti i beni perché ha trovato in Lui il Bene più grande, nel quale ogni altro bene riceve il suo pieno valore e significato: i legami familiari, le altre relazioni, il lavoro, i beni culturali ed economici e così via… Il cristiano si distacca da tutto e ritrova tutto nella logica del Vangelo, la logica dell’amore e del servizio».
Richiamando poi la parabola sul re che va alla Guerra, il Pontefice ha sottolineato: «In questo momento, in cui stiamo fortemente pregando per la pace, questa Parola del Signore ci tocca sul vivo, e in sostanza ci dice: c’è una guerra più profonda che dobbiamo combattere, tutti! Si tratta della decisione forte e coraggiosa di rinunciare al male e alle sue seduzioni e di scegliere il bene, pronti a pagare di persona».
E subito il Papa ha precisato: «Il seguire Cristo, ecco il prendere la propria croce! Questa guerra profonda contro il male! A che serve fare guerre, tante guerre, se tu non sei capace di fare questa guerra profonda contro il male? – si è chiesto il Santo Padre – Non serve a niente! Non va… – la risposta -. Questo comporta, tra l’altro, questa guerra contro il male comporta dire no all’odio fratricida e alle menzogne di cui si serve, dire no alla violenza in tutte le sue forme, dire no alla proliferazione delle armi e al loro commercio illegale. Ce n’è tanto! Ce n’è tanto! E sempre rimane il dubbio: questa guerra di là, quest’altra di là, perché dappertutto ci sono guerre, è davvero una guerra per problemi o è una guerra commerciale per vendere queste armi nel commercio illegale? Questi – ha chiarito il Pontefice – sono i nemici da combattere, uniti e con coerenza, non seguendo altri interessi se non quelli della pace e del bene comune».
Successivamente Papa Francesco, dopo aver ricordato la festa della Natività della Vergine Maria particolarmente vicina alla Chiesa Orientale, ha ringraziato tutti i partecipanti alla veglia di preghiera e di digiuno di sabato sera: «Ma – ha avvertito il Pontefice – l’impegno continua: andiamo avanti con la preghiera e con opere di pace! Vi invito a continuare a pregare perché cessi subito la violenza e la devastazione in Siria e si lavori con rinnovato impegno per una giusta soluzione al conflitto fratricida».
Ma tutto il Medio Oriente ha bisogno di preghiere perché si ritrovi la pace: «Preghiamo anche per gli altri Paesi del Medio Oriente – ha concluso il Santo Padre -, particolarmente per il Libano, perché trovi la desiderata stabilità e continui ad essere modello di convivenza; per l’Iraq, perché la violenza settaria lasci il passo alla riconciliazione; e per il processo di pace tra israeliani e palestinesi, perché progredisca con decisione e coraggio. E preghiamo per l’Egitto, affinché tutti gli egiziani, musulmani e cristiani, si impegnino a costruire insieme la società per il bene dell’intera popolazione. La ricerca della pace è lunga, e richiede pazienza e perseveranza! Andiamo avanti con la preghiera!».