Esenzione ticket: bufera tra medici di famiglia e Asl

È bufera sui nuovi compiti attribuiti dalla Regione Abruzzo e dalla Asl di Pescara ai medici di base i quali, dall’1 Aprile scorso all’atto della prescrizione di visite mediche ed esami specialistici, possono certificare il diritto all’esenzione dal ticket sanitario in base al reddito, dopo aver verificato grazie alle informazioni dell’Agenzia delle Entrate.
All’indomani dell’entrata in vigore del nuovo provvedimento però, reso noto dall’Ufficio pubbliche relazioni della Asl, i medici di famiglia hanno espresso tutta la loro contrarietà: «Ancora una volta – ha esordito il dottor Silvio Basile, presidente regionale del Sindacato medici italiani, scrivendo una lettera –, ignorando deliberatamente il fatto che il medico di medicina generale è un libero professionista che ha con la Asl e la Regione un rapporto di lavoro parasubordinato non soggetto a vincolo gerarchico e disciplinato dalle norme convenzionali, vengono attribuiti allo stesso compiti e funzioni che esulano dai propri compiti professionali che, lo ricordiamo, sono di carattere clinico assistenziale».
Inoltre, a detta dei medici di medicina generale, la nuova procedura sottoporrebbe i pazienti, specialmente gli anziani non autosufficienti, a disagi eccessivi dovendo fare più volte la spola tra il distretto sanitario ed il medico di famiglia. E poi si perderebbe troppo tempo: «Non si tratta di cattiva volontà – ha precisato Basile – :“Si tratta di un minuto” sostengono alcuni funzionari interpellati, ma anche solo un minuto tolto al nostro lavoro è importante, considerando che un minuto per 1.500 pazienti in carico ad ognuno di noi fanno 1.500 minuti pari a un giorno intero tolto all’assistenza dei malati».
Una reazione, quest’ultima, accolta con grande delusione dai vertici della Asl:«Sono indignato – ha commentato il direttore generale Claudio D’Amario -. Noi volevamo solo agevolare il cittadino, facendolo accedere a delle informazioni evitando file inutili, ma evidentemente questi medici non fanno gioco di squadra chiedendo solo incentivi economici ad ogni occasione. Non possiamo pagargli anche una semplice informazione».