“Camminare, edificare e confessare con la Croce”
«Camminare, edificare, confessare». Riflettendo su questi tre verbi, poc’anzi, Papa Francesco ha sviluppato la sua prima omelia, nella Cappella Sistina davanti ai 115 cardinali che lo hanno eletto, durata sette minuti in tutto. È stata un condensato spirituale che ha preso spunto dalle letture della messa riferendosi poi, in particolare, al Vangelo di Matteo (al capitolo 1, versetti 13-19) con il dialogo tra Gesù e Pietro: «In queste letture – ha esordito il neoeletto Papa, che ha parlato interamente a braccio – c’è qualcosa di comune: è il movimento, è il cammino, il movimento nella confessione».
Successivamente ha approfondito il significato dei tre verbi, camminare, edificare, confessare: «Camminare alla luce del Signore – ha osservato Papa Francesco – è la prima cosa che Dio ha detto ad Abramo: “Cammina nella mia presenza, e sii irreprensibile”. Camminare, la nostra vita è un cammino, e se ci fermiamo qualcosa non va. Camminare sempre, in presenza del Signore, alla luce del Signore. Cerchiamo di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo nella sua promessa». Edificare la Chiesa è quindi il secondo impegno mutuato dal Papa dalle letture della messa nella quale si parla di pietre, ma di pietre vive, pietre pronte per lo Spirito Santo. Di qui è quindi giunto l’invito ad edificare la Chiesa, la sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore.
Il terzo verbo, infine, è confessare e su di esso il Pontefice si è fermato più degli altri a meditare, richiamando tutti a fare lo stesso, affermando parole già molto forti: «Noi possiamo camminare come vogliamo – ha severamente ammonito il Santo Padre – edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo qualcosa non va, diventiamo una Ong pietosa, non la Chiesa sposa di Cristo. Quando non si cammina, ci si ferma. Quando non si edifica sulle pietre, succede come ai bambini in spiaggia, che fanno dei palazzi sulla sabbia, senza consistenza». In seguito il Papa ha citato Leon Bloy evidenziando che quando non si confessa Gesù Cristo, avviene che chi non prega il Signore prega il diavolo. Dunque camminare, edificare, confessare, è questa la progressione dei verbi usata dal Papa: «Non è così facile – ha ammesso Francesco – perché per camminare, per costruire, per confessare, alle volte ci sono scosse, ci sono movimenti che non sono proprio movimenti del cammino, sono movimenti che ci tirano indietro».
Il Vangelo di Matteo, ha fatto ancora notare il Pontefice, prosegue con una situazione speciale perché lo stesso Pietro, che ha confessato Gesù Cristo (ovvero affermando “Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente”), sembra dirgli: “Io ti seguo, ma non oggi, con altre possibilità, senza la Croce”: «Quando camminiamo senza la Croce – ha affermato con forza Papa Francesco -, quando edifichiamo senza la Croce, e quando confessiamo con Cristo senza la Croce, non siamo discepoli del Signore, siamo mondani. Siamo vescovi, siamo preti, siamo cardinali, ma non siamo discepoli di Cristo. Vorrei che tutti noi, dopo questi giorni e queste grazie, abbiamo il coraggio di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore, di edificare la Chiesa con il sangue del Signore versato sulla Croce, e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa va avanti». Questo il significativo secondo monito, espresso dal Papa nell’omelia che ha poi concluso invocando l’intercessione di Maria, affinché ci conceda di camminare, edificare, confessare Gesù Cristo Crocifisso.
lo spirito santo è con lui, in lui e per noi