Gli effetti della crisi incisivi sulle donne

«Le donne europee sono colpite da una crisi silenziosa. Gli effetti della crisi si sono fatti sentire più lentamente e meno violentemente rispetto agli uomini, ma sono comunque presenti. Tuttavia, il lavoro maschile riprenderà più in fretta, mentre le misure di risparmio attuate nei servizi pubblici colpiranno in modo più duraturo il lavoro femminile». In vista della Giornata internazionale della donna, le istituzioni dell’Unione Europea hanno predisposto una serie di appuntamenti per riflettere sui temi della parità, sui diritti, sulle opportunità offerte oggi alle donne a livello europeo.
Ma oltre agli eventi collocati in questi giorni fino ad oggi, a Bruxelles e in diverse capitali degli stati membri, il Parlamento europeo ha tra l’altro deciso di riaprire la sessione plenaria della prossima settimana, dall’11 al 14 Marzo, concentrandosi proprio sul pianeta femminile. Fra le relazioni che approderanno in questa sede ne appare una, varata dalla commissione per i diritti della donna, intitolata “Impatto della crisi economica sull’uguaglianza di genere e i diritti della donna”: «È importante sottolineare – ha spiegato l’eurodeputata Elisabeth Morin-Chartier – come le restrizioni di bilancio effettuate dagli Stati in conseguenza della recessione, abbiano avuto ripercussione negative sulla conciliazione tra vita professionale e vita familiare, e che ciò ha colpito più specificamente i genitori soli, nella maggior parte dei casi donne».
Inoltre, sempre a detta della relatrice, una maggior cura dei sistemi di custodia dei bambini, con lo sviluppo di asili nido aziendali e interaziendali, contribuirebbe a mantenere le donne nel posto di lavoro: «Questi risultati – ha evidenziato la Morin-Chartier – si possono ottenere, in particolare, attraverso negoziati collettivi con le parti sociali». Infatti, la relazione dell’Europarlamento insiste proprio sull’importanza di negoziati collettivi con le parti sociali a livello settoriale, nazionale e regionale per consentire di conciliare meglio vita professionale e vita familiare.
L’accento viene inoltre posto sul fatto che le donne hanno il carico maggiore della vita familiare la quale, proprio a causa della crisi e dei tagli ai servizi pubblici effettuati in diversi Stati membri, risente nuove difficoltà intervenute nei sistemi scolastici, nella cura delle persone, nella conciliazione lavoro-casa. Ampio spazio è dedicato quindi agli stereotipi negativi che ricadono sulle donne, alle forme più o meno velate di discriminazione, ai pregiudizi, fino a tutte le forme di violenza: la relazione osserva infatti che la crisi economica favorisce le molestie e la violenza sotto tutte le forme nonché la prostituzione di cui sono vittime le donne, in violazione dei diritti umani.