"C'è una discrepanza di percezione - rileva Carla Garlatti, autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza - che i ragazzi hanno del proprio comportamento come singoli e come parte del gruppo di appartenenza. Se oltre il 70%, infatti, dichiara di essere individualmente “abbastanza o molto accogliente” verso i compagni con disabilità, quando si prende in considerazione il carattere inclusivo del gruppo il 58% trova la propria classe poco inclusiva"
"Adulti e ragazzi - osserva Raffaella Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the children - condividono le stesse conoscenze, gli stessi livelli di consapevolezza delle conseguenze dei loro comportamenti in rete e spesso anche i comportamenti stessi. Si tratta di un dato preoccupante, se pensiamo che proprio gli adulti dovrebbero esercitare un ruolo di guida in un contesto complesso e in continua evoluzione, come quello del mondo e delle tecnologie digitali"
"Con questa attività – sottolinea la Allegrino -, i quattro over 65 “sprint” si rendono utili e accrescono il loro spirito di collaborazione e servizio; gli altri vengono aiutati in attività semplici e possono contare sul sostegno di un coetaneo che comprende e capisce le difficoltà di un’età in cui basta poco per essere emarginati"