Inizia il dragaggio, finisce la cassa integrazione

In attesa che il tanto sospirato dragaggio abbia finalmente luogo nel porto canale di Pescara, ora è la sopraggiunta sospensione della cassa integrazione a non far dormire sogni tranquilli ai pescatori, ai 166 dipendenti delle 51 imprese di pesca attive che, per mandare avanti le loro famiglie, non potranno far altro che attendere il rientro in mare a bordo delle loro imbarcazioni, previsto non prima del 15 Marzo a dragaggio ultimato.
Ma prima di allora altri giorni difficili si profilano all’orizzonte per i pescatori, che ieri si sono riuniti in assemblea per confrontarsi, giorni nei quali sarà difficile pagare anche le bollette: «Della cassa integrazione – ha spiegato Mimmo Grosso, presidente dell’associazione armatori di Pescara – devono ancora arrivare le ultime tre mensilità del 2012 più le somme del primo semestre 2013, ma ad oggi abbiamo scoperto che in Italia non c’è più copertura finanziaria per la cassa integrazione».
Una brutta sorpresa che ha lasciato sgomenta tutta la marineria pescarese:«Per le imprese almeno – ha precisato Grosso – sono disponibili i fondi dell’Unione europea da utilizzare per i versamenti all’Erario e per pagare i danni subiti dalle barche a seguito del mancato dragaggio, ma i nostri dipendenti rimarranno davvero senza più niente, arrivando allo stremo».
Da qui l’angoscia dei pescatori che tra mercoledì e giovedì prossimo si ritroveranno per scendere in strada e dar vita ad una nuova manifestazione di protesta: «Prepareremo degli striscioni – ha sottolineato il presidente degli armatori pescaresi – e andremo a manifestare sotto i palazzi della Provincia, del Comune e dell’Inps, per far comprendere la rilevanza del problema e sollecitare la Regione Abruzzo ad intervenire».