La Chiesa? Un cantiere vissuto dall’interno

Si intitola “Un cantiere aperto. Colloqui sulla Chiesa, l’uomo il Concilio”, il libro scritto a quattro mani dall’arcivescovo di Pescara, monsignor Tommaso Valentinetti, che si è lasciato interpellare dagli interrogativi postigli dal giornalista e vaticanista del Tg1 Fabio Zavattaro. Il libro, edito dalle edizioni San Paolo, è stato presentato sabato pomeriggio in nella sala Spazio Arte del Museo delle Genti d’Abruzzo, con la moderazione di don Michele Giulio Masciarelli, preside dell’Istituto teologico abruzzese-molisano: «Quest’opera – ha esordito lo studioso –, dalla quale emerge tutta la sincerità umana ed evangelica di monsignor Valentinetti, rappresenta un contributo da dare alla “casa dell’uomo”».
Il testo, introdotto dalla prefazione del Priore della Comunità di Bose Enzo Bianchi, si caratterizza per la completezza di un racconto diretto, un’analisi condotta attraverso un costante dialogo tra l’arcivescovo ed il giornalista che in nove capitoli approfondisce temi delicati: dalla politica, all’emigrazione passando attraverso legalità e comunicazione, senza comunque tralasciare gli scandali che hanno colpito la Chiesa stessa come la questioni legate allo Ior, l’Istituto bancario vaticano, e la pedofilia. Dunque nessuna domanda, anche “scottante”, è stata aggirata: «Nessuna domanda – ha osservato monsignor Tommaso Valentinetti – è stata per me fonte di paura e sono stato felice di questo modello di dialogo, nato in colloqui passati, che ci ha permesso di fare un libro per nulla presuntuoso, nato dal desiderio di un vescovo di raccontarsi».
Un testo che ha la sua peculiarità nel coinvolgere il lettore: «La sua parola chiave – ha spiegato Fabio Zavattaro – è proprio quella di “cantiere” che va costruito passo dopo passo. È un libro da leggere sul quale tutti sono chiamati a riflettere per aggiungere altre considerazioni». E quello del cantiere è lo stile che, finora, sta caratterizzando tutto l’episcopato pescarese di monsignor Tommaso Valentinetti, attualmente focalizzato sulle visite pastorali presso le oltre cento parrocchie diocesane, che ha chiuso la presentazione del suo libro annunciando un nuovo, suggestivo e al tempo stesso impegnativo progetto: «Queste visite – ha concluso l’arcivescovo di Pescara-Penne – rappresentano davvero un cantiere aperto, avendo l’opportunità di fermarmi nelle comunità e di confrontarmi con i fedeli e anche per questo, sarebbe utile dar vita ad un sinodo diocesano permanente, laddove laici e presbiteri possano confrontarsi insieme sulla vita della Chiesa, alimentando la speranza all’interno della nostra comunità ecclesiale».