In difesa dell’ora di religione
«Cari genitori, studenti e docenti, ci rivolgiamo a voi consapevoli che l’insegnamento della religione cattolica è un’opportunità preziosa nel cammino formativo, dalla scuola dell’infanzia fino ai differenti percorsi del secondo ciclo e della formazione professionale, perché siamo convinti che si può trarre vera ampiezza e ricchezza culturale ed educativa da una corretta visione del patrimonio cristiano-cattolico e del suo peculiare contributo al cammino dell’umanità».
Lo ha scritto martedì, in una nota, la presidenza della Conferenza episcopale italiana, in vista della scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nell’anno scolastico 2013-2014. Il testo si rivolge a studenti e genitori ricordando che nelle prossime settimane saranno chiamati a esprimersi sulla scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica: «L’appuntamento – ha proseguito la nota della Cei – si colloca in un tempo di crisi che investe la vita di tutti. Anche la scuola e i contesti educativi, come la famiglia e la comunità ecclesiale, sono immersi nella medesima congiuntura. Noi Vescovi italiani, insieme e sotto la guida di Benedetto XVI, animati dallo Spirito Santo che abita e vivifica ogni tempo, vogliamo ribadire con convinzione che la “speranza non delude” (Rm 5,5)».
E dopo aver notato che essere attenti al mondo giovanile non è solamente un’opportunità, ma un dovere preminente di tutta la società, i vescovi hanno aggiunto: «Vogliamo anzitutto – hanno sottolineato i presuli rivolgendosi ai giovani – ascoltare le domande che vi sorgono dal cuore e dalla mente e insieme con voi operare per il bene di tutti. Lo abbiamo fatto nel redigere le nuove indicazioni per l’insegnamento della religione cattolica nella scuola dell’infanzia, del primo e del secondo ciclo, con l’impegno di sostenere una scuola a servizio della persona.
L’insegnamento della religione cattolica, oggi come in passato, aiuterà la scuola nel suo compito formativo e culturale facendo emergere, “negli” e “dagli” alunni, gli interrogativi radicali sulla vita, sul rapporto tra l’uomo e la donna, sulla nascita, sul lavoro, sulla sofferenza, sulla morte, sull’amore, su tutto ciò che è proprio della condizione umana». La presidenza della Conferenza episcopale italiana ha infine ricordato che l’insegnamento della religione cattolica a scuola è in grado di sostenere lo sviluppo di un progetto di vita, ispirato dalle grandi domande di senso e aperto alla ricerca della verità e alla felicità, perché si misura con l’esperienza religiosa nella sua forma cristiana propria della cultura del nostro Paese.