Le Olimpiadi dell’ecumenismo
Nel cortile della Chiesa cattolica di san Francesco d’Assisi, appena fuori il villaggio olimpico di Londra, alcuni volontari finlandesi, appartenenti all’organizzazione protestante “Youth with a mission”, chiedono ai frati della loro vocazione cattolica. Lo spirito delle Olimpiadi in fondo è anche questo, un ritrovato dialogo tra le diverse fedi cristiane e la volontà di raggiungere insieme chi si è allontanato da Cristo.
Così in questa parrocchia, frequentata ogni domenica da circa mille persone, il gruppo di giovani arrivati dalla Finlandia collabora con i frati provenienti da Portogallo, Argentina, Singapore, Isole Mauritius, Francia, Colombia, nonché dalla comunità di Palestrina, alle porte di Roma. Escono insieme, sulle strade intorno al villaggio olimpico, i giovani vestiti con la maglietta recante la scritta “More than gold”, l’organizzazione ecumenica che ha organizzato le attività di evangelizzazione in tutto il Regno Unito, e frati con il saio marrone: «Non facciamo proselitismo imponendo il cristianesimo – spiega Alice Lamula, volontaria finlandese, che è qui insieme al marito – cerchiamo di far sentire ai passanti che li amiamo e che il nostro affetto proviene da Gesù. Poi li invitiamo a messa o a bere qualcosa nella tenda dell’ospitalità che la parrocchia ha organizzato per accogliere i visitatori che vengono a Stratford per le gare».
E dal punto di vista del riscontro, l’iniziativa ha suscitato non poco interesse tra i passanti: «Sulla metropolitana – racconta padre Anthony Cho, il parroco – la gente è incuriosita dal nostro vestito e ci fa domande. Anche questo è un modo di testimoniare Cristo». Ad esempio, in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi, l’organizzazione ha organizzato una festa, nella quale le persone delle diverse comunità hanno portato cibo facendo il tifo gli uni per le squadre degli altri, guardando le Olimpiadi su di un maxi schermo.
Insomma, a detta del parroco padre Cho, i Giochi olimpici rappresentano un’ottima opportunità per migliorare i rapporti all’interno di quella particolare comunità multiculturale nella quale i parrocchiani provengono un po’ da tutto il mondo, soprattutto dall’Europa dell’est, Malesia, Singapore e Caraibi: «Fino al 10 agosto – conclude Padre Cho – esporremo il Santissimo Sacramento dalle 9 del mattino alle 18 di sera e avremo quattro serate dedicate alle preghiere di Taizè. L’ultimo giorno delle Olimpiadi, domenica 12 agosto, il vescovo di Brentwood, monsignor Thomas McMahon, celebrerà una messa di ringraziamento».