Per una Pescara da pedalare
Ieri mattina, appuntamento bici in spalla alla Madonnina per manifestare su quella che dovrebbe essere una pista ciclabile, ma che tale non è mai divenuta dato che il collaudo, a suo tempo, venne negato. È questa la sfida rilanciata da “Pescara bici”, l’associazione ciclo ambientalista che si batte da tempo per l’ampliamento dei tracciati ciclabili a Pescara.
In questa circostanza, l’obiettivo degli amici della bicicletta è di potersi riappropriare dell’ultimo tratto di lungomare nord, ovvero il tratto di marciapiede compreso tra le aiuole e la strada che da piazza Primo Maggio si estende fino all’imbocco del Ponte del Mare: «Informalmente – ha spiegato Gianluca Odoardi, presidente di “Pescara bici” – questo tratto è già considerato ciclabile da chi ne fruisce. Infatti tutti i ciclisti che passano da questo lato, si infilano in questo corridoio, malgrado le forze dell’ordine lo vietino in quanto non considerato ciclabile perché privo dell’adeguata segnaletica orizzontale e verticale».
E il caos, su questo trafficato marciapiede, è all’ordine del giorno con i ciclisti costretti a fare gimcane tra pedoni e passeggini, mentre all’improvviso spuntano automobili , con le portiere che si aprono all’improvviso, e motorini intenti a parcheggiare: «Insomma – ha lamentato Odoardi – per i ciclisti si tratta di percorrere a tutti gli effetti un marciapiede, dove quindi non potrebbero transitare mentre se scelgono di passare dalla strada subiscono le proteste degli automobilisti che chiedono loro di utilizzare la pista ciclabile. Tutto questo con il risultato di venire sballotati qua e là senza soluzione».
Tra l’altro, un altro pericolo che andrebbe rimosso è rappresentato dalle pensiline degli autobus, il cui avanzamento però non dovrebbe comportare grossi oneri finanziari, così come non lo comporterebbe l’adeguamento vero e proprio del marciapiede a pista ciclabile: «Per questo – si è appellato il presidente di “Pescara bici” – esortiamo l’amministrazione comunale a fare un piccolo sforzo per rendere ciclabile questo tratto di circa 800 metri, così da chiudere quello che è un tracciato che non attraversa solo la città di Pescara, ma l’intera costa adriatica e l’Italia intera».
D’altronde, l’associazione non riesce a spiegarsi come il Comune, rispetto agli anni scorsi, abbia cancellato dal Piano triennale delle opere pubbliche 2 milioni di euro per la realizzazione di tracciati ciclabili: «Ci fa piacere – ha concluso ironico Odorardi – che in questi giorni il vice sindaco Fiorilli sia l’unico rappresentante italiano a “Velocity”, la manifestazione internazionale dedicata alla bicicletta in corso a Vancouver, però vorremmo che riportasse quanto maturato in quell’esperienza qui in maniera forte, determinante restituendo ai ciclisti il giusto spazio».