Diritti umani: arriva il Rappresentante europeo

I diritti umani tornano al centro del dibattito del Parlamento Europeo, riunito in seduta plenaria da ieri al 14 Giugno. L’assemblea, infatti, discuterà proprio oggi con l’Alto rappresentante per la politica estera, Catherine Ashton, la Relazione annuale sui diritti umani per poi procedere ad una discussione in merito alla nomina del Rappresentante Ue per i diritti umani. Una nomina, quest’ultima, che dovrà essere ufficializzata al Consiglio Affari Esteri del prossimo 20 Giugno.
A tal proposito, l’eurodeputato europeo José Ignacio Salafranca è stato autore di una “raccomandazione”destinata al Consiglio che dovrà approvarla, nella quale richiede la designazione di una figura competente, di alto profilo internazionale, che risponda direttamente all’Alto rappresentante per la politica estera, mantenendo al tempo stesso stretti rapporti con l’Europarlamento. Il parlamentare spagnolo ha altresì richiesto che questo ufficio dovrà avvalersi di un personale adeguato, registrando stanziamenti di bilancio sufficienti.
Nelle premesse è stato inoltre sottolineato che il Rappresentante Ue per i diritti umani disponga di un mandato forte, indipendente e flessibile, non circoscritto a responsabilità tematiche specifiche e limitate, ma tale da consentirgli di intervenire in modo semplice ed efficace. Il mandato, inoltre, dovrà essere conforme ai principi di universalità e indivisibilità dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Ma in realtà sui compiti del Rappresentante Ue proposti dal Parlamento Europeo, che dovrebbero includere il rafforzamento della democrazia, il potenziamento dello stato di diritto e delle istituzioni, la giustizia internazionale e il diritto umanitario internazionale, si era già espressa la commissione approvandoli con la quasi totalità dei voti.
Lo stesso mandato, dovrebbe poi estendersi anche all’abolizione della pena di morte, alla tutela dei difensori dei diritti umani, alla lotta all’impunità e alla tortura, alla libertà di espressione (anche su Internet), di associazione, di riunione, di religione e di credo, diritti delle minoranze, protezione dei minori, diritti delle donne, pace e sicurezza:« Inoltre – spiega il documento – il Rappresentante dovrebbe occuparsi di questioni di genere e di lotta a tutte le forme di discriminazione, basate sulla disabilità, sull’origine razziale o etnica, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere».
Infine, il testo parlamentare specifica che il Rappresentante per i diritti umani deve essere nominato per un periodo di due anni e mezzo, così da garantire continuità, coerenza e responsabilità democratica. E il mandato deve anche poter essere rinnovato e il Parlamento deve essere consultato adeguatamente e tempestivamente durante il processo di rinnovo.