La povertà dilaga, la Caritas scuote la politica
«A Pescara e provincia il tasso di povertà registrato è il più significativo ed allarmante della regione, eppure non capisco perché i politici pescaresi che siedono in Consiglio regionale non facciano nulla per farsi sentire su questo punto». È questa la strigliata e al tempo stesso l’appello che don Marco Pagniello, direttore della Caritas diocesana di Pescara, ha rivolto senza giri di parole alla politica locale a margine della sua audizione presso la Commissione Politiche Sociali della Provincia di Pescara convocata dal vice presidente Camillo Savini presso la quale, nei giorni scorsi, era stato invitato a fornire gli ultimi dati sul grave fenomeno all’indomani della presentazione del Rapporto Sociale 2010-2011: «Sono fattori concomitanti – ha precisato don Marco – quali la posizione geografica e gli importanti collegamenti viari e ferroviari a rendere Pescara un polo attrattivo naturale per chi vive nella povertà».
Insomma con la crisi economica e la conseguente, dilagante disoccupazione che ha creato l’esercito dei “nuovi poveri”, l’area metropolitana pescarese sta divenendo più che mai una cittadella dell’accoglienza. A dimostrarlo sono le mense Caritas di Pescara e Montesilvano che ogni giorno sfornano dai 350 ai 450 pasti e i centri di ascolto della stessa Caritas diocesana, i quali hanno registrato 1.500 contatti solo lo scorso anno. A chiedere aiuto, dunque, sono sempre più le famiglie monoreddito rispetto agli stranieri in discesa.
E gli effetti di questa crisi, purtroppo, non si riscontrano tanto nei portafogli vuoti, quanto specialmente a livello psicologico: «Il fenomeno della terza settimana – ha spiegato il direttore della Caritas pescarese – non è più sporadico. Gioco e alcol rappresentano delle vie di fuga molto frequenti, specie tra i giovani, la depressione aumenta tra chi ha perso il lavoro e uno dei problemi molto avvertiti dai sindaci è la scarsa natalità per cui da alcuni centri della provincia arriva la richiesta di far approdare in questi comuni le famiglie straniere con bimbi piccoli, per evitare la chiusura delle scuole».
Una richiesta, quest’ultima, ricordata anche nella Festa dei popoli che, domenica scorsa, ha sensibilizzato i pescaresi sul tema dell’inclusione lavorativa degli stranieri come antidoto alla crisi economica. Da par suo la Caritas è attiva su più fronti a partire dal Pronto intervento sociale, nel cui ambito fornisce viveri e paga le utenze a chi ha più necessità con fondi rimborsati dal Comune: «Anche su questo fronte però – ha ricordato don Marco Pagniello – c’è un aumento di richieste e i fondi non sono più sufficienti».
Di contro molte imprese, chiudendo, hanno donato le rimanenze, soprattutto vestiario, alla Caritas riempiendone i magazzini. Sul fronte finanziario, in aggiunta, conta già 60 prestiti concessi il progetto di microcredito varato in collaborazione con la Bcc di Cappelle sul Tavo, che eroga finanziamenti fino a 5mila euro ai soggetti in crisi per la copertura di spese impreviste. Questi ultimi sono progetti utili a tamponare l’emergenza, ma non risolutivi. Occorrono, invece, provvedimenti strutturali per giungere a soluzioni concrete: don Marco e la Caritas li invocano a gran voce, ma la politica resta immobile.