Anche abruzzesi fra i soccorritori in Emilia
Case di recente costruzione crollate al suolo come castelli di sabbia e sfollati che vagano sulle strade in attesa di trovare una sistemazione all’interno dei campi di accoglienza. È questo il drammatico scenario in cui martedì sera si sono imbattuti gli uomini del Corpo Volontari Protezione Civile di Montesilvano e della sezione staccata di Loreto Aprutino al loro arrivo in Emilia, fra i primi gruppi abruzzesi a giungere sui luoghi colpiti dal nuovo sciame sismico che da due giorni sta nuovamente martoriando il modenese.
Sono così partiti martedì ad ora di pranzo con tre automezzi al seguito, fra i quali un camion equipaggiato con una tensostruttura da montare, Alberto Lepore, Matteo Di Giovacchino, Dani Grosso e Federico Acconciamessa i quali, coordinati dal presidente Andrea Gallerati, al loro arrivo presso il campo di accoglienza gestito dall’Anpas a Novi di Modena, hanno avuto il compito di montare ed allestire la tensostruttura di 20×8 metri che da ieri mattina ospita la sala mensa che consentirà ai 100 terremotati accampati di consumare i rispettivi pasti.
Un lavoro, quello dei cinque volontari, durato per tutta la notte fino alle prime luci dell’alba di ieri: «Dopo L’Aquila – ha riflettuto Gallerati – quello che abbiamo trovato in Emilia è un film già visto e non c’è niente da inventare. Ciò che di positivo emerge, però, è lo spirito combattivo e collaborativo che si riscontra nella popolazione molto educata, la quale individua nel volontariato di Protezione Civile un punto di riferimento». Con la sistemazione della prima tensostruttura, i cinque volontari pescaresi hanno quindi potuto fare rientro a Montesilvano, ma questi ultimi rappresentano solo una prima avanguardia. Infatti, per la prossima settimana, un’altra squadra è già pronta a partire e attende solo il via libera delle autorità: il loro delicato compito sarà quello di gestire uno dei campi gestiti dall’Anpas a Mirandola o a Novi di Modena.