Inadeguati i soccorsi a Morosini

Erano confusi, disorganizzati e sotto shock, in altre parole inadeguati i soccorritori che, nonostante gli sforzi, non hanno evitato la morte del giovane Piermario Morosini sul campo dello stadio Adriatico-Cornacchia, lo scorso sabato 14 Aprile.
È questa la tesi espressa ieri dal dottor Nicola De Luca, cardiologo del reparto di Cardiologia dell’ospedale Civile di Pescara, incalzato dalle domande dei cittadini intervenuti alla cerimonia di presentazione dell’associazione “Amici del cuore” presso l’auditorium dell’ex Circoscrizione 1 in via Rubicone: «La morte del giocatore – ha spiegato il cardiologo – potrebbe essere sopraggiunta in seguito ad uno scompenso elettrolitico causato da una patologia congenita o più probabilmente da una morte aritmica del cuore».
Questa l’ipotesi del decesso, avanzata dal professionista con alle spalle un lungo passato da medico a bordo campo durante le partite del Pescara: «In quelle situazioni – ha precisato il dottor De Luca – esistono protocolli precisi da rispettare, dove tutti sanno cosa fare. È chiaro che nei soccorritori insorge una certa emotività, però bisogna essere abituati all’emergenza e il medico sociale della squadra non è in grado».
Un’accusa esplicita, quest’ultima, che ha messo in discussione l’operato dei medici sportivi di Livorno e Pescara, tra i primi ad intervenire sul calciatore: «Per prestare un soccorso adeguato – ha aggiunto l’esperto – sarebbero bastate due o tre persone e non tutti quelli che invece hanno creato una confusione, che qualcun’altro avrebbe dovuto evitare».
Insomma, soccorsi bocciati con il pensiero dei presenti, ieri, subito rivolto all’utilizzo dell’ormai noto “Dae”, il defibrillatore semi-automatico di cui tutti a gran voce chiedevano la diffusione e l’abilitazione all’uso: «Il defibrillatore – ha ricordato il dottor Nicola De Luca – dovrebbe essere presente in tutti i luoghi di aggregazione, ma solo il 118, in base ad una legge regionale, è autorizzato ad organizzare i corsi limitati dai pochi fondi disponibili». Ma presto le cose potrebbero cambiare: «Possiamo valutare – ha replicato Nicoletta Verì, presidente della Commissione Sanità, presente alla cerimonia – l’estensione dei corsi anche ad altri enti idonei. Apriremo un tavolo
tecnico».
Dietro tutto questo, comunque, c’è la prevenzione cardiovascolare che l’associazione, presieduta da Lanfranco Fattori, estenderà presto su adolescenti e anziani, sui quali si sperimenterà l’utilizzo di dispostivi in grado di misurare pressione e battito cardiaco, inviando i dati sui computer dell’ambulatorio cardiologico sociale, dove esperti quali il primario pescarese di Cardiologia Gerardo Rasetti ed il collega ed assessore comunale alle Politiche sociali Guido Cerolini, con la loro opera volontaria, valuteranno il da farsi.