Novecentomila vittime del gioco d’azzardo

Perdita del lavoro, disoccupazione crescente, incertezza sul futuro, si traducono, spesso e purtroppo, nel miraggio di poter risolvere i propri problemi economici attraverso il facile guadagno da gioco. I dati recenti del Cnr dicono che 4 italiani su 10 – circa 17 milioni di abitanti – praticano l’azzardo, e ci sono almeno 900 mila persone che cadono vittima del gioco patologico d’azzardo. Come si riconosce un giocatore patologico? Di per sé la variabile fondamentale è quella costituita dalla continuità eccessiva del tempo dedicato al gioco, da somme investite rilevanti rispetto al proprio reddito, da procacciamento anche illecito del denaro. Quest’ultimo è l’aspetto più preoccupante, perchè induce i ‘giocatori compulsivi’ a far ricorso all’usura e ad entrare nelle morse della malavita. È stato rilevato che, tra le persone che ricorrono ai centri di ascolto anti-usura, ben 4 persone su 10 provengono dall’indebitamento da gioco d’azzardo. La somma di 80 mld di euro di spesa registrata nel nostro Paese (circa 1600 euro a persona) per consumo di gioco d’azzardo documenta l’estensione delle condotte compulsive e delle condizioni di dipendenza clinica dal gioco.
«Gioco d’azzardo. Dalla denuncia a messaggi di risanamento per le persone, le famiglie, l’economia e la società civile» è stato il tema della giornata di studio nazionale promossa ieri a Bari dalla Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II onlus, in collaborazione con la Fondazione antiusura locale. Tra i vari esperti ed ospiti intervenuti, c’erano il presidente della Consulta nazionale antiusura, p. Massimo Rastrelli, e il coordinatore nazionale del Cartello “Insieme contro l’azzardo”, Attilio Simeone.
Dall’incontro è partita chiara la denuncia di quanto contribuiscano, alla diffusione del gioco d’azzardo, la promozione commerciale e la pubblicità che l’accompagna: «Occorre iniziare a ragionare su questi temi in termini di “salute” e di “nocività”. Infatti, la promozione commerciale e la pubblicità che accompagnano il gioco d’azzardo, di fatto si configurano in termini giuridici come induzione a un comportamento che potenzialmente nuoce alla salute. Questa è la base giuridica su cui costruire la regola verso l’inibizione della pubblicità sui giochi, e a monte per configurare una responsabilità morale, sociale e anche giuridica di chi industrialmente promuove questo consumo». Sul ruolo ingannevole della pubblicità nella diffusione del gioco d’azzardo, basti pensare a certe pubblicità quali «lasciatemi cantare con una schedina in mano». Si verifica, in questi casi, la stessa situazione del fumo: si scrive sui pacchetti di sigarette che il “fumo uccide’ però si continua a vendere sigarette e a far ammalare i cittadini. Il gioco d’azzardo patologico, infatti, necessita di un trattamento non soltanto psico-sociale, per condurre al necessario auto-controllo, ma anche medico, perché l’ansia da gioco indubbiamente ha delle conseguenze sul sistema neurologico e sull’equilibrio complessivo del soggetto che ne è vittima.
Dall’incontro di Bari, sull’evidenza dei dati e delle riflessioni maturate, sono partite anche una serie di iniziative, tra cui 4 proposte di legge, per tenere sotto controllo il fenomeno d’azzardo: autorizzare solo i giochi controllabili, che si prestano poco a ingenerare dipendenze; stabilire una precisa responsabilità giuridica di tutta la macchina industriale dei giochi; abolire la pubblicità per mostrare che lo Stato, per primo, non diventa un partner delle imprese proponenti, ma punta alla tutela della stabilità sociale e della salute dei propri cittadini.
Ma, alla fine, lo Stato ci guadagna o no sui vari giochi d’azzardo?
Guadagna sì, ma si riscontra che a spesa crescente dei cittadini che giocano, corrispondono entrate erariali decrescenti. L’espansione del mercato, infatti, è stata possibile grazie a una riduzione progressiva della tassazione sui giochi, specie su quelli on-line: dal 2004 al 2011 la raccolta del comparto giochi è aumentata del 220%, siamo passati da circa 25 mld agli 80 mld del 2011 e nel 2012 si prevedono 100 mld di euro. Una crescita straordinaria cui non ha fatto seguito un aumento corrispondente delle entrate erariali. Infatti, le somme incassate dallo Stato sono passate da 7 a 13 mld, un aumento davvero modesto rispetto alla presenza sempre più invasiva del gioco d’azzardo nella quotidianità dei nostri cittadini.
Insomma, il gioco d’azzardo è immorale e neanche redditizio. Non scommettete sul guadagno facile, è un azzardo!