Cristiani discriminati anche in Europa

La negazione della parità dei diritti per i cristiani e la loro emarginazione sono fenomeni di importanza crescente nel mondo occidentale. Infatti, vengono registrati sempre più casi di intolleranza e di discriminazione nei confronti dei cristiani d’Europa mentre, allo stesso tempo, il grande interesse dei media ha dato voce all’anonima sofferenza di casi di persone che acquisiscono una rilevanza internazionale.
Emerge questo dal rapporto 2011 sui casi di intolleranza pubblicato lunedì sul sito dell’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione religiosa in Europa (Oidce), www.intoleranceagainstchristians.eu: «Il rapporto 2011 – scrive il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa in una nota – è l’unica indagine esauriente esistente riguardo alla situazione dei cristiani in Europa». Così, in una scheda elaborata dal Ccee per presentare i dati del rapporto, si evince che lo scorso anno è stato denso di dibattiti pubblici sulla religione, a partire dall’assassino norvegese Andres Breivik definito erroneamente un “fondamentalista cristiano”: «Un’etichetta – sottolinea il Ccee – attribuita sconsideratamente e precipitosamente».
Ha invece rappresentato uno sviluppo positivo l’ormai noto “caso Lautsi”, la madre di Abano Terme che nel 2002 richiese la rimozione dei crocifissi dalle aule della scuola media frequentata dai figli ad Abano Terme, con la Grande Camera della Corte europea dei Diritti Umani che ha ribaltato la sentenza pro-rimozione emessa in primo grado, precisando che la presenza dei crocifissi nelle aule delle scuole statali italiane, le quali attribuivano una visibilità maggiore alla religione di maggioranza del paese scolasticamente parlando, non basta per delineare un caso di indottrinamento. Il che, quindi, non violava il diritto alla libertà di religione di quei genitori laicisti, il signore e la signora Lauti.
Un altro momento significativo del 2011, è stato infine delineato da una risoluzione dell’Assemblea parlamentare dell’Osce che sollecitava il dibattito pubblico sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa. La risoluzione chiedeva un riesame delle norme indicanti potenziali conseguenze negative per i cristiani.