Abruzzo indietro sull’efficienza energetica degli edifici

Solo 13 comuni, sui 305 presenti in Abruzzo, hanno introdotto modifiche ai regolamenti edili sull’efficienza energetica degli edifici, aprendo a costruzioni sostenibili. Un dato, quest’ultimo, che rende bene l’idea sul ritardo accumulato dalla nostra regione nel settore, definito imbarazzante da Legambiente Abruzzo quando, giovedì, ha presentato il rapporto dell’Osservatorio nazionale regolamenti edilizi per il risparmio energetico 2012: «I regolamenti edilizi – ha spiegato Luzio Nelli, componente della segreteria regionale di Legambiente – si stanno confermando un’ottima chiave per capire l’evoluzione verso un settore sempre più sostenibile. Questi strumenti rappresentano oggi uno snodo fondamentale nel processo edilizio: qui convergono aspetti tecnici e procedurali, attenzioni e interessi, competenze in materia urbanistica ed energia di Stato, Regioni e Comuni».
Nello specifico, parliamo di diversi parametri di sostenibilità che vanno dall’isolamento termico degli edifici all’utilizzo delle fonti rinnovabili, dalle tecnologie per l’efficienza energetica all’orientamento e alla schermatura dal sole, la prestazione dei serramenti, l’utilizzo dei materiali locali e riciclabili e la permeabilità dei suoli. Tutte pratiche che trovano attuazione nelle direttive europee, ormai sempre più vincolanti: «L’Abruzzo è fortemente in ritardo – ha ricordato Luzio Nelli – Questo lo dimostrano la carenza e l’assenza di normative in materia di rendimento energetico degli edifici: di normative vincolanti in materia di fonti rinnovabili in edilizia e in materia di certificazione energetica, e di un albo dei certificatori che dovrebbero guidare questa rivoluzione culturale, economica e ambientale in materia di innovazione in questo settore».
Inoltre, proprio dall’1 Gennaio di quest’anno, è obbligatoria la certificazione energetica di un edificio mentre, dall’1 Giugno prossimo diventerà obbligatorio raggiungere prestazioni termiche da fonti rinnovabili. Due importanti scadenze da rispettare in attesa dello scoccare dell’anno 2019 quando, come previsto dalla direttiva 31 del 2010, gli edifici dovranno essere “neutrali” dal punto di vista energetico.
E in un momento di forte difficoltà come questo, per il settore delle costruzioni, gli addetti ai lavori dovrebbero guardare a questa transizione verso il 2019, come ad una bussola che indichi la via d’uscita dalla crisi puntando su innovazione e qualità, secondo i principi della “green economy”: «Una prospettiva – ha concluso Nelli – che può incrementare anche il tasso occupazionale perché presuppone un forte investimento in formazione, in quanto questo tipo di interventi ha bisogno di più lavoro meglio qualificato e di una buona legislazione regionale sulle prestazioni energetiche degli edifici e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili».