Il martirio non è solo sul calendario
È la necessità di libertà religiosa a unire, virtualmente, Mosca ed Instambul. Mentre in Russia si è svolta ieri una conferenza internazionale promossa dal patriarcato locale, in Turchia iniziava, oggi, una consultazione sui diritti religiosi delle minoranze patrocinata dal Consiglio mondiale delle Chiese e ospitata dal Patriarcato ecumenico.
In un occidente diseducato alla fede, il doppio intervento potrebbe sembrare superfluo, inutile, eppure non dappertutto moschee e campanili possono coesistere, le persecuzioni di cristiani continuano a perpetuarsi in diversi territori del mondo e il martirio continua ad essere una parola segnata di rosso non soltanto sui calendari liturgici.
«Una delle tendenze più emblematiche del nostro tempo – ha affermato ieri il Patriarca di Mosca Kirill I – è l’esodo di massa dei cristiani dal Medio Oriente e dal Nord Africa, causata da un aumento senza precedenti della violenza contro le minoranze religiose della regione». A questo ennesimo grido di allarme ha fatto eco la richiesta di diritti dall’incontro di Istanbul:
«Siamo chiamati – ha affermato il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I – a promuovere il dialogo tra tutte le comunità e i popoli per creare pace, armonia e tolleranza in un mondo che si trova ad affrontare violenza, conflitti e l’odio religioso».
Insomma, affrontare con determinazione la sfida all’odio e all’intolleranza, “pretendere” di poter praticare liberamente il culto e vivere la religione secondo la propria convinzione è senza dubbio il grido all’unisono dei due rappresentanti nonché «parte dei diritti di ogni individuo».