Piazza Salotto: un vuoto urbano o politico?
C’è fermento, in questi giorni, fra i banchi del Consiglio Comunale pescarese, chiamato a votare la delibera di variante al Piano regolatore generale per la riqualificazione di piazza Salotto, a seguito della presentazione del progetto, ideato dall’architetto Michele Lepore, che dovrebbe restituire l’antico splendore al cuore pulsante di Pescara, il suo centro non solo geografico, ma sociale e relazionale, rappresentando il luogo d’incontro per antonomasia dei pescaresi. Così, la votazione decisiva sarebbe dovuta svolgersi lunedì, ma tra il dire e il fare di mezzo si sono frapposti 14 emendamenti, uno presentato dalla maggioranza per correggere un refuso e 13 dell’opposizione, che hanno fatto slittare il tutto ad altre sedute.
Nel frattempo, sul futuro di piazza Salotto, è più che mai scontro politico con l’amministrazione Mascia che, la scorsa settimana, ha svelato il nuovo progetto in aperto dissenso e contrapposizione con quanto fatto dalla passata amministrazione di centro-sinistra la quale, ora all’opposizione, non ci sta ad incassare in silenzio e si scaglia contro l’iniziativa, criticandone il budjet di spesa e più in generale i contenuti del progetto “Piazza Salotto 2011”. Infatti, una delle prime fasi del maquillage di piazza della Rinascita, o piazza Salotto come la chiamano i pescaresi, sarà proprio la rimozione del Wineglass, il calice di vino o meglio “bicchierone”, come lo chiamano i pescaresi, realizzato dall’architetto Toyo Ito in polimetilmetacrilato e frantumatosi a 64 giorni dalla sua collocazione: «Al posto del wineglass – ha annunciato Luigi Albore Mascia, sindaco di Pescara – realizzeremo una vera fontana, con giochi di luce e zampilli, che diventerà il fulcro della nuova piazza, attualmente, snaturata rispetto alle sue origini, rappresenta più un “vuoto urbano” che il “salotto” della città, quello che in modo naturale dovrebbe favorire l’incontro e l’aggregazione degli utenti, ovvero quello che noi andremo a ricostituire».
Sarà dunque la fontana l’elemento dominante della futura piazza Salotto: ad essa, infatti, si relazioneranno tutti gli altri componenti d’arredo, come panchine, fioriere e getti d’acqua. Di notte, poi, saranno le stesse luci della fontana ad illuminare la piazza, nonostante un ulteriore potenziamento dell’illuminazione pubblica che dovrebbe contrastare il buoi della pavimentazione, la quale non potrà essere modificata. Il tutto verrebbe realizzato con un investimento pari ad 1 milione e 100 mila euro: «Ben poca cosa – ha sottolineato Mascia – rispetto agli investimenti milionari realizzati in passato con risultati che lasciano oggi l’amaro in bocca».
Eppure, dai banchi dell’opposizione, piovono critiche proprio a riguardo del preventivo di spesa, considerato comunque eccessivo: «Solo chi non ha un’idea di città – ha riflettuto Paola Marchegiani, consigliere comunale del Partito Democratico – può impegnare una somma così cospicua per fare ciò che non serve. Piazza della Rinascita può non piacere, ma esiste, si può non condividerla, ma è già vissuta come luogo di incontro e di aggregazione. Credo, che sia deplorevole in un momento economico così grave per il paese non affrontare le priorità, mentre Mascia pensa a riqualificare ciò che è già qualificato. Forse il motivo e’ nel fervore eccessivo ed ossessivo di Mascia nel cercare di eliminare i segni lasciati dall’Amministrazione D’Alfonso».
Quest’ultima affermazione, ha ferito non poco gli uomini della maggioranza, uno su tutti il presidente della Commissione Lavori Pubblici: «La nostra maggioranza di governo – ha ribattuto Armando Foschi – non ha bisogno di cancellare le tracce lasciate dall’amministrazione D’Alfonso perché quelle tracce stanno già svanendo da sole, andando desolatamente in frantumi, proprio com’è accaduto al “calice” di polimetilmetacrilato. Noi dobbiamo limitarci a rimuovere e smaltire le macerie. Piazza della Rinascita è il “salotto” di Pescara, che ha smesso di essere tale dopo quei lavori che, con il centro-sinistra, le hanno strappato l’anima e il cuore. Oggi quella piazza è un “buco nero”, un vuoto urbano che noi vogliamo tornare a riempire spendendo poco e restituendole colore».
Dall’opposizione, inoltre, si è levata una voce ancor più radicale, al progetto di restyling della piazza, che già intravede il solito gioco di incarichi e “poltrone”: «Premesso che – ha accusato Maurizio Acerbo, consigliere comunale di Rifondazione Comunista – 1 milione e 100 mila euro li spenderei per interventi di maggiore urgenza, se l’amministrazione ritiene di dover realizzare un’opera che sostituisca quella sfortunata di Toyo Ito si proceda con metodi degni di una città europea. Trovo assai discutibile che si spendano per un opera di artisticità quantomeno controversa. E’ ancor più discutibile che questi interventi siano progettati da un architetto-artista stimabile, ma che è esponente di un movimento politico che governa la città ed attualmente svolge un incarico dirigenziale (l’architetto Michele Lepore,ndr)». Con questo clima politico così teso, dunque, c’è da scommettere che la votazione di domani, comunque andrà, lascerà un segno indelebile tra i banchi di palazzo di città e, probabilmente, anche in piazza Salotto.