Solidarietà e unità d’Italia nel Galà della Croce Rossa

Celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia, raccogliendo fondi a sostegno dei meno abbienti. È stato dunque il connubio tra patriottismo e solidarietà a dar vita al Galà della Croce Rossa tenutosi, sabato sera, negli eleganti saloni della Prefettura e della Provincia di Pescara, con l’organizzazione della sezione femminile del Comitato provinciale della Croce Rossa Italiana.
È stata dunque una serata esclusiva e mondana, ma non solo quella che, scandita da musica, danze e un ricco buffet, ha visto partecipare le più alte autorità cittadine, oltre ai massimi vertici ed agli amici e volontari della Croce Rossa pescarese, per oltre 200 invitati: dal padrone di casa, il prefetto Vincenzo D’Antuono, al presidente della Provincia, Guerino Testa, e al sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, passando per il vice questore, Mario Della Cioppa, il Comandante della Direzione Marittima, Luciano Pozzolano, e l’arcivescovo, monsignor Tommaso Valentinetti.
Ma quello che, da alcuni, è stato apostrofato come un party inopportuno, in tempi di crisi che
imporrebbero un basso profilo, in realtà si è rivelato un grande evento benefico e celebrativo dell’ente, che ha premiato l’impegno e la costanza delle volontarie più anziane, operanti da 15 e 25 anni al fianco dei più deboli:«Aiutiamo – ha confermato Gianluca Graziani, Commissario provinciale della Croce Rossa – più di 500 poveri della nostra provincia».
Un supporto che si concretizza nell’assistenza socio-sanitaria alle famiglie bisognose, nell’accoglienza degli extra-comunitari, nel servizio di “Pronto intervento sociale”, nella distribuzione viveri, in progetti di prevenzione per donne e anziani e in premi di incentivo allo studio, protezione civile e fund raising:«Venendo meno – spiega Marisa D’Angelo Camplese, Commissario della sezione femminile – le risorse ed il lavoro, in questo momento di sofferenza, abbiamo voluto quest’evento gioioso perchè non dobbiamo solo piangere, ma darci forza per continuare ad aiutare chi ha bisogno».