Bagnasco: “Bisogna purificare l’aria”
C’era molta attesa per la prolusione del cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, pronunciata ieri in apertura del Consiglio episcopale permanente che si svolgerà a Roma fino a giovedì. Più che altro, ci si chiedeva se il capo dei vescovi intervenisse o meno nel commentare lo stato della politica italiana, come in effetti è avvenuto con particolare severità e chiarezza: «Chiunque sceglie la militanza politica – ha esordito il presidente dei vescovi – deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell’onore che comporta».
Del resto egli stesso, ormai, ha fatto capire come a seguito di determinati comportamenti, seppur resi pubblici da mezzi di comunicazione invadenti, non si possa restare in silenzio: «Si rincorrono con mesta sollecitudine – ha riconosciuto Bagnasco – racconti che, se comprovati, a livelli diversi rivelano stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica». Insomma, i vescovi hanno ribadito quanto comportamenti licenziosi e relazioni improprie siano in sé stessi negativi, producendo un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà: «È necessario – ha sottolineato il porporato – purificare l’aria perché le nuove generazioni, crescendo, non restino avvelenate».
Davanti a questo scenario, la Chiesa italiana continua poi ad invocare l’impegno dei cattolici in politica: «I cattolici – ha affermato il presidente della Cei – anche quando non risultano sugli spalti sono dove vita e vocazione li portano». Con queste parole, il cardinale ha quasi voluto giustificare la loro assenza dai banchi della politica: «Anche se hanno dato talora un senso di dispersione – ha ammesso il cardinal Bagnasco – tuttavia si è trattato di una sorta di incubazione in vista di una crescita della partecipazione e di una consapevolezza che la fede cristiana non danneggia in alcun modo la vita sociale».
Ma comunque per evitare quel che sembra l’inarrestabile decadenza italiana, secondo il presule, ci sarebbe ancora un ultima
speranza: «Se non si riescono – ha ammonito l’arcivescovo di Genova – a far scaturire, nel breve periodo, le condizioni psicologiche e culturali per siglare un patto intergenerazionale che, considerando anche l’apporto dei nuovi italiani, sia in grado di raccordare fisco, previdenza e pensioni avendo come volano un’efficace politica per la famiglia, l’Italia non potrà invertire il proprio declino».
E Bagnasco ha anche individuato chi, in futuro, potrebbe impegnarsi a sottoscrivere quel patto, con il pensiero che va inevitabilmente ai giovani dell’ultima Gmg spagnola: «È la generazione giovanile scaturita dalle Gmg di Benedetto XVI, il quale ha impresso alle giornate una particolare cura nella preparazione personale e nell’esperienza sacramentale, comprensiva dell’adorazione eucaristica a scena aperta». Infine, il porporato non ha mancato di spendere parole a salvaguardia della scuola, dell’Africa, dei 15 ostaggi italiani e della legge sul fine vita, ancora ferma al Senato: «Un provvedimento necessario – ha riflettuto il cardinale – per salvaguardare il diritto di tutti alla vita».