Onesti e solidali per “combattere” la crisi
Un aumento di interventi, non solo a favore di chi vive in situazione di grave marginalità sociale, ma sempre più verso persone in situazioni di “normalità sociale”. È il dato “nuovo” del “Rapporto sulle povertà 2010” elaborato dalla Caritas regionale abruzzese-molisana.
Destinatari di aiuti, quindi, non solo stranieri al primo approdo, nomadi, senza fissa dimora, ma anche famiglie colpite dalla crisi e dal lavoro che manca. «Si allarga sempre più la forbice tra i ricchi e i poveri – afferma monsignor Giovanni D’Ercole, delegato Ceam alla pastorale della carità e della salute – i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri diventano sempre più numerosi e sempre più poveri. Il ceto medio, una volta parte importante della nostra società, tende a scomparire impoverendosi».
C’è preoccupazione nelle parole del presule, perché «non si possono escludere rivoluzioni – continua D’Ercole – e proteste che altrove, come vediamo ad esempio anche in Inghilterra, degenerano facilmente in violenza incontrollabile», insieme ad uno sguardo che tende ad andar “oltre” l’evidente problema economico: «appare evidente – specifica il vescovo di L’Aquila – che tutto ciò ha origine anche da una crisi della giustizia sociale, dell’etica dei comportamenti e dalla corruzione che sembra piuttosto che diminuire aumentare».
Soluzioni?: «Credo – conclude D’Ercole promettendo un approfondimento sull’argomento in autunno – che occorra compiere uno sforzo per rendersi conto che la soluzione della crisi va ricercata grazie all’equo e proporzionato contributo di ogni categoria sociale. È inoltre indispensabile un impegno educativo da parte di tutti, come i vescovi in più occasioni ribadiscono, per comprendere il valore etico di comportamenti virtuosi. In effetti, se si è onesti e solidali non solo si combatte la povertà, ma si costruisce una società con meno sperequazione sociale e più in pace».