Il dragaggio non riparte, la politica insorge
Sta assumendo contorni drammatici la vicenda del mancato dragaggio del porto di Pescara, ormai impraticabile alle imbarcazioni, visto il fondale totalmente insabbiato. Del resto, negli ultimi mesi, dei 23 mila metri cubi di sabbia previsti, ne sono stati asportati appena 2.000 e, ad oggi, l’ordinanza per avviare un nuovo procedimento di escavazione non arriva. Nel frattempo, la tensione sale fra i pescatori, così come fra i politici.
La marineria pescarese, infatti, è quanto mai adirata per quel che sta accadendo e da qui ai prossimi giorni minaccia di dar vita a proteste clamorose, come l’occupazione del municipio o dell’asse attrezzato, fino all’abbandono definitivo dell’infrastruttura marittima: «Abbiamo deciso che lasceremo il porto di Pescara – ha tuonato Massimo Camplone, referente dei pescatori – per spostarci a Ortona e Giulianova. Visto che dobbiamo recarci comunque lì per fare i rifornimenti, dato che il nostro porto è impraticabile, allora tanto vale trasferirci definitivamente».
Dal fronte istituzionale, inoltre, la recente nomina a commissario per il risanamento del porto di Adriano Goio, già
commissario per il risanamento del bacino fluviale dell’Aterno-Pescara, è precocemente decaduta con le dimissioni presentate dallo stesso architetto, contrariato soprattutto dalla scarsezza delle risorse economiche messe a disposizione per l’intervento della draga dal Ministero dell’Economia: «In queste condizioni – ha spiegato Goio – sarebbe stata una presa in giro, per Pescara, accettare l’ordinanza così come l’ha concepita il ministero, asserendo che dovrei agire con risorse già stanziate e nei limiti di quelle, 1 milione e 900 mila euro già utilizzate per l’appalto in corso e 2 milioni di fondi “Fas” deliberati dalla giunta regionale».
Cifre ridicole per procedere, secondo Adriano Goio, il quale sarebbe anche disposto a ritirare le proprie dimissioni se le cose cambiassero. Dunque, la palla passa alla politica anch’essa intrappolata dalle sabbie mobili della democrazia. Parliamo dell’amministrazione comunale cittadina presieduta dal sindaco Luigi Albore Mascia, che pur di richiamare l’attenzione sul porto di Pescara, ha dichiarato di essere pronto ad incatenarsi: «Sì – ha sbottato Mascia – sono pronto anche ad incatenarmi al porto per spalleggiare la mia gente. Questo scandalo deve finire».
Alla clamorosa presa di posizione del primo cittadino pescarese, che ha successivamente rimesso la responsabilità dell’accaduto alla Regione, si è quindi unito anche Mauro Febbo, assessore regionale alla Pesca, anch’egli disposto ad incatenarsi. Dichiarazioni queste ultime che hanno mandato su tutte le furie gli uomini dell’opposizione che attaccano, soprattutto dalle file del Partito Democratico: «Il sindaco di Pescara Mascia e l’assessore regionale Febbo – ha ironizzato Camillo D’Alessandro, capogruppo del Pd in Regione – hanno annunciato che si incateneranno. A questo punto, visto che ci sono, coinvolgano in questa inutile attività anche Chiodi e compagnia così, almeno per un po’ non faranno danni».
La reazione del sindaco di Pescara, comunque, non è passata inosservata, e la risposta di Gianni Chiodi non si è fatta
attendere: «Non è agitando le acque – osserva il presidente della Regione – e polemizzando con tutti che si ottengono risposte. C’è bisogno di portare avanti un discorso corale, avendo come interlocutori i ministri. Per questo, la Regione si è già mossa da tempo. Ma l’ente non può essere colpevolizzato anche quando sta facendo più di quanto gli compete». Ma è soprattutto a livello comunale che il centro sinistra ha toccato l’apice della protesta occupando, ieri mattina, l’aula consiliare prima dell’inizio della seduta giornaliera: «Chiediamo risposte – ha affermato il consigliere comunale Pd Enzo Del Vecchio – alla morte del porto di Pescara, che rappresenta un fallimento della politica non tollerabile».
All’occupazione del Pd, il sindaco Mascia ed il capogruppo del Pdl in Comune, Lorenzo Sospiri, hanno risposto, ricordando che l’amministrazione comunale e la giunta regionale stanno già facendo il massimo. È sempre notizia di ieri che i due enti locali, il prossimo 21 o 22 Aprile, cercheranno di trovare una soluzione definitiva alla problematica, incontrando il Ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli ed il capo dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli. Da questo tavolo di confronto, potrebbe infine scaturire una prima svolta per quel che concerne la ripresa del dragaggio a Pescara: una storia degna della più interminabile telenovela.