La malattia, un viatico per la santità

Vivere la malattia come strumento di evangelizzazione e vicinanza con Dio. È forse questo il messaggio più grande emerso
dalla diciannovesima edizione della “Giornata mondiale del Malato” celebrata ieri anche a Pescara, nel giorno dedicato alla ricorrenza della Beata Vergine Maria di Lourdes, presso la parrocchia del Beato Nunzio Sulprizio, grazie all’impegno organizzativo della Pastorale Sanitaria dell’arcidiocesi di Pescara-Penne, con l’eccezionale presenza dell’urna contenete il simulacro e le reliquie del Beato di Pescosansonesco.
Una figura, quest’ultima, considerata un simbolo proprio dai malati che ne ricordano quel suo modo di vivere la sofferenza, quella piaga infetta sulla gamba, come viatico per la santità. La giornata, dal tema “Dalle sue piaghe siamo stati guariti”, ha avuto inizio poco dopo le ore 14 quando le spoglie del Beato Nunzio sono giunte nella parrocchia di via Volta, scortate dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Pescara, per poi essere condotte nel salone parrocchiale, dove sono state esposte alla venerazione dei fedeli:«Dal tema del giorno – ha spiegato Giancarlo Cirillo, direttore dell’ufficio diocesano di Pastorale Sanitaria – si evidenzia che Cristo è il medico delle anime e dei corpi e soltanto seguendo le virtù delle beatitudini, noi ci troveremo ad essere guariti da Dio».
La parrocchia del Beato Nunzio Sulprizio, gremita in ogni ordine di posto da malati e rappresentanze di associazioni ed enti operanti nel mondo sanitario, ha quindi dapprima ospitato un momento di preghiera e riflessione dedicata al giovane beato, nato a Pescosansonesco il 13 Aprile 1817 e morto a soli 19 anni a Napoli il 5 Maggio 1836, conclusasi con un appello:«Ora è beato – ha affermato don Gianni Caldarelli, rettore del Santuario del Beato Nunzio Sulprizio, appellandosi ai fedeli presenti – Abbiamo bisogno di un solo miracolo perché possa essere canonizzato e dichiarato santo. Per questo dobbiamo pregare ogni giorno».
Fra l’altro questi momenti, e tutti gli altri del lungo pomeriggio di ieri, sono stati interamenti seguiti anche dai malati che non hanno potuto accedere alla parrocchia, posta su di una ripida scalinata, soffermandosi nei locali a pian terreno dove, insieme alle spoglie del Beato Nunzio, era stato predisposto un maxi schermo. Ma anche i malati più lontani hanno potuto collegarsi e vivere meglio la giornata loro dedicata, grazie alla lunga diretta radiofonica curata da “Radio Speranza”, la radio
dell’arcidiocesi di Pescara-Penne. Tornando al programma delle celebrazioni, in seguito, alle 16:45 si è quindi tenuta una solenne celebrazione eucaristica, presieduta da monsignor Giuseppe Comerlati, vicario generale dell’arcidiocesi:«Nella sofferenza – ha osservato il vicario episcopale – Gesù Cristo si fa presente come salvatore dunque, nel fratello sofferente possiamo vedere il Cristo. Comunque, non bisogna cercare la sofferenza, Gesù Cristo non è andata a cercarla. Ma nel momento in cui arriva, va saputa accettare».
Conclusa la Santa Messa, l’urna del Beato Nunzio Sulprizio è stata successivamente portata in processione nelle strade del quartiere “San Donato”, per poi fare rientro in parrocchia laddove vi è rimasta fino a stamani quando, alle ore 10, monsignor Giuseppe Comerlati è tornato a celebrare la liturgia conclusiva di questo pellegrinaggio pescarese delle spoglie mortali del Beato Nunzio, le quali sono state poi ricondotte presso il Santuario di Pescosansonesco.