San Giovanni e San Benedetto finalmente in Chiesa

Arcidiocesi di Pescara-Pennein festa per la dedicazione della nuova chiesa parrocchiale di San Giovanni e San Benedetto. Sabato 22 gennaio, alle 16.30, infatti, monsignor Tommaso Valentinetti, consacrerà l’edificio di culto sito in str.da Pandolfi a Pescara Colli.
«Sarà un evento speciale – spiega don Michele D’Andrea, parroco dal 1973 – perché è da 40 anni che la gente attende questo momento, dopo essersi arrangiata sotto condomini, scuole materne o dentro appartamenti».
La parrocchia nasce dalla fusione di due realtà ecclesiali, quella di San Benedetto abate e quella di San Giovanni Battista – citandole in ordine alfabetico – e, senza dubbio, non è stato facile superare campanilismi e concentrare le forze su un unico progetto pastorale. «Unire le due parrocchie – spiega don Massimo, co-parroco amministratore della nuova realtà dal 2006 – è stata una impresa ardua. Inaspettatamente, però, ho trovato due comunità vive, nonostante non avessero un luogo di ritrovo e nonostante la vicinanza di Basilica. Paradossalmente, però, chi partecipava era gente non attirata dalla bellezza della struttura o dalla devozione a Padre Pio ma credenti attivi».
La nuova struttura non sarà utilizzata solo come edificio di culto ma vuole essere un luogo di aggregazione, un punto riferimento per la zona. «Il progetto, costoso, mi ha creato scrupoli di coscienza – continua don Massimo – mi sono chiesto tante volte se tale spesa fosse necessaria. Nella zona, però, mancano luoghi di incontro, per qualsiasi cosa bisogna scendere in centro. Le stanze e i saloni della struttura sono, invece, disponibili ad accogliere la gente per momenti conviviali e di confronto, oltre che per le attività pastorali».
L’idea, realizzata su una superficie di 4511mq, infatti, è stata da sempre quella di un polo multifunzionale. «L’impianto planimetrico del complesso – sottolinea Angelo Campo, architetto – è caratterizzato dai diversi corpi di fabbrica articolati in una composizione architettonica all’apparenza semplice ed ordinata ma allo stesso tempo ricca di aggetti e cambi di giacitura delle superfici orizzontali e verticali che mostrano scorci inaspettati. I corpi di fabbrica secondari non sono visibili dall’area di accesso della chiesa. Ne consegue un complesso in grado di restituire diverse scale che si adeguano all’intorno urbano ed alle percezioni dell’edificio nel complesso contesto paesaggistico».
Accogliente la Chiesa. «Il corpo principale – conclude l’architetto – è caratterizzato da un senso ascensionale dell’involucro. Le pareti esterne, infatti, attraverso superfici verticali costituite da spezzate geometriche ad andamento spiraliforme descrivono un percorso visivo con principio nella zona del battistero (inizio della vita spirituale del cristiano), situato vicino l’ingresso ed al porticato e visibile dall’esterno attraverso ampie vetrate, e termine, 8 metri più in alto, nel campanile adagiato sul lato sinistro del corpo di fabbrica. All’interno l’aula principale è caratterizzata da un asse ingresso-presbiterio-vetrata sghembo rispetto alla geometria regolare dello spazio e culminante nel trapezio della vetrata dietro l’altare ampia 42mq, orientata a sud-est e realizzata con speciali vetri con cromatismi ambra ed ocra che inquadra perfettamente il massiccio della Majella ancora visibile da quella parte di città».