Una messa e un rosario per la Giornata mondiale del malato
"Sarà un momento propizio – spiega don Giancarlo Mandelli, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale della salute dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne – per riservare una speciale attenzione alle persone malate e a coloro che le assistono, sia nei luoghi di cura che nelle famiglie"
Si rinnoverà anche a Pescara oggi pomeriggio, presso la Cappella ospedaliera Gesù Buon Samaritano, l’appuntamento con la ventinovesima Giornata mondiale del malato dal tema “Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli (Mt 23,8). La relazione di fiducia alla base della cura dei malati”.
In base al programma dell’iniziativa, a partire dalle 16.30 verrà pregato il Santo Rosario a cui seguirà la lettura del messaggio di Papa Francesco. Quindi, alle 17.30, ci sarà la Santa messa presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti: «Sarà un momento propizio – spiega don Giancarlo Mandelli, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale della salute dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne – per riservare una speciale attenzione alle persone malate e a coloro che le assistono, sia nei luoghi di cura che nelle famiglie. Un pensiero particolare va a quanti, in tutto il mondo, patiscono gli effetti della pandemia di Coronavirus, specialmente ai più poveri e agli emarginati. A loro esprimiamo la nostra vicinanza e con le associazioni della Consulta di Pastorale sanitaria, abbiamo deciso di vivere questo momento».
Tra l’altro, quella di ieri è stata la giornata dedicata dalla Chiesa italiana alla preghiera per i curanti: «Lavorano – constata don Mandelli – con una grande disponibilità verso i pazienti, sostituendosi ai loro affetti che a causa della pandemia sono impossibilitati ad assisterli. Così abbiamo voluto pregare per loro affinché, come il buon samaritano, anche loro vivano la realtà di camminare con il malato o con chi è nel bisogno. Vedo anche che c’è molta riconoscenza, da parte dei malati, nei confronti dei curanti».
Tra questi, in particolare, spiccano due infermiere divenute – grazie all’approvazione dell’arcivescovo Valentinetti – ministre straordinarie della comunione e, distribuiscono l’Eucarestia ai pazienti fine turno». Intanto l’emergenza sanitaria non va per il meglio: «L’ospedale Covid è pieno – sottolinea il presbitero -, nonostante i 20 posti aumentati ieri, e alcuni pazienti sono stati già riportati all’ospedale principale. L’altro ieri è stato chiuso il Pronto soccorso, perché non c’era più spazio per le barelle. Dice bene il professor Giustino Parruti, infettivologo, quando afferma che siamo entrati nella terza ondata della pandemia senza che fosse finita la seconda. Ma noi preghiamo per il meglio, camminando dentro la Parola di Dio».