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“Chiediamo che il prossimo Governo istituisca un Ministero della pace”

"In un momento storico - spiega Giovanni Ramonda, presidente della Comunità Giovanni Paolo XXIII - in cui si riaffaccia il pericolo nucleare, è necessario fare una scelta politica coraggiosa. Ci appelliamo a tutte le forze politiche affinché inseriscano nei loro programmi elettorali la scelta di istituire un Ministero della Pace, in linea con l’articolo 11 della nostra Costituzione"

Questa l’iniziativa promossa ieri, in Senato, da un gruppo di aggregazioni laicali, ecclesiali e non, coordinate dalla Comunità Papa Giovanni XXIII

La conferenza stampa di presentazione, ieri al Senato

«Chiediamo che il prossimo Governo istituisca un Ministero della Pace». Questa la proposta lanciata ieri, in conferenza stampa al Senato, dalla Comunità Papa Giovanni XXIII cui hanno aderito Azione Cattolica, Pax Christi, Focsiv, Centro diritti umani dell’Università di Padova, Movimento Nonviolento e Cesc Project. Testimone dell’iniziativa è l’attore Giuseppe Fiorello: «Sono qui – spiega l’attore – perché mi è piaciuta l’idea. Ho sempre amato gli utopisti, i visionari, quelli buoni, che costruiscono concretezza. Questo è stato don Oreste Benzi, uno che nella quotidianità dalle piccole cose ha costruito la storia».

Giovanni Ramonda, presidente Comunità Papa Giovanni XXIII

Questa proposta è destinata a far riflettere e a non restare una mera provocazione, essendo stata lanciata proprio in vista della fine dell’attuale legislatura e dell’imminente rinnovo di Parlamento e Governo: «In un momento storico – spiega Giovanni Ramonda, presidente della Comunità Giovanni Paolo XXIII – in cui si riaffaccia il pericolo nucleare, è necessario fare una scelta politica coraggiosa. Ci appelliamo a tutte le forze politiche affinché inseriscano nei loro programmi elettorali la scelta di istituire un Ministero della Pace, in linea con l’articolo 11 della nostra Costituzione».

La Comunità Papa Giovanni XXIII promuove, insieme ad un cartello di associazioni, la campagna Ministero della Pace, una scelta di Governo: «Non solo un’utopia per i sognatori – sottolinea Michele Tridente, vice presidente dell’Azione cattolica italiana – ma un impegno concreto di ogni cittadino. Spesso il bene è disorganizzato, vi è la necessità di organizzare il bene, per dimostrare che la logica della cooperazione vince sulla logica della competizione».

Matteo Truffelli, presidente Azione cattolica italiana

Gestire i conflitti sociali, promuovere la difesa civile, attuare politiche di disarmo, difendere i diritti umani, educare alla nonviolenza, prevenire la violenza, attraverso l’istituzione del Ministero della pace. Questi dovranno essere gli obiettivi della nuova istituzione: «Il sostegno e l’impegno dell’associazione – precisa Matteo Truffelli, presidente dell’Azione cattolica italiana – non potevano mancare per un’iniziativa che intende chiamare le istituzioni a dare attuazione a scelte e politiche concrete di promozione della pace e della fratellanza fra i popoli, consapevoli che è compito di ciascuno di noi farci sempre più testimoni di pace dentro la vita quotidiana, nelle strade, nelle case, nei quartieri delle nostre città».

Del resto, nel nostro Paese vi sono diversi organi (consulte, comitati, osservatori) che in modi differenti si occupano di attività connesse alla promozione della pace e alla prevenzione della violenza. Manca, però, una cabina di regia istituzionale per dar vita a un nuovo sistema nazionale per la promozione della pace. Ecco perché, a detta dei proponenti, il Ministero per la pace potrebbe, in collaborazione con altri ministeri e gli altri organi istituiti presso amministrazioni statali, individuare azioni coordinate nazionali e finalmente dare il nome ad una politica strutturale per la pace. In concreto, dunque, il nuovo ministro, agendo in maniera trasversale ed in collaborazione con gli altri ministeri, avrebbe competenza su:

  • promozione di politiche di Pace per la costruzione e la diffusione di una cultura della pace attraverso l’educazione e la ricerca, la promozione dei diritti umani, lo sviluppo e la solidarietà nazionale ed internazionale, il dialogo interculturale, l’integrazione;
  • disarmo, con il monitoraggio dell’attuazione degli accordi internazionali e promuovendo studi e ricerche per la graduale razionalizzazione e riduzione delle spese per armamenti e la progressiva riconversione a fini civili delle industrie nel settore della difesa;
  • difesa civile non armata e nonviolenta, con particolare riguardo ai Corpi civili di pace e al Servizio civile, quali strumenti di intervento nonviolento della società civile, nelle situazioni di conflitto e in contesti di violenza strutturale e culturale;
  • prevenzione e riduzione della violenza sociale e promozione di linguaggi e comportamenti liberi dall’odio;
  • qualificazione delle politiche di istruzione rispetto all’educazione alla nonviolenza, trasformazione positiva dei conflitti, tutela dei diritti umani e mantenimento della pace.
  • mediazione sociale, riconciliazione e giustizia riparativa, promuovendo misure concrete di “riparazione” alla società del danno commesso dal reo.

In relazione a queste aeree il ministero per la pace dovrebbe provvedere a:

  • l’istituzione di un nuovo Sistema nazionale per la promozione della pace e per la coesione sociale dei cittadini, in collaborazione con altri ministeri, dipartimenti, comitati interministeriali e con gli altri organi collegiali istituiti presso amministrazioni statali, le cui determinazioni incidono sulla costruzione e promozione della “pace positiva” ai fini dell’individuazione di azioni coordinate;
  • l’adozione di un Piano nazionale per la prevenzione della violenza e la promozione della pace sociale;
  • la costituzione di commissioni di studio e consulenza e gruppi di lavoro nelle materie oggetto delle aree di delega;
  • provvedere nelle predette aree di funzioni a intese e concerti di competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri necessari per le iniziative, anche normative, di altre amministrazioni;
  • promuovere la comunicazione istituzionale in materia di politiche per la pace;
  • curare il coordinamento tra le amministrazioni competenti per l’attuazione dei progetti nazionali e locali, nonché tra gli organismi nazionali operanti nelle materie oggetto della delega;
  • partecipare ai lavori del Consiglio d’Europa e dei suoi organismi, nelle materie oggetto della delega di funzioni.

    Don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII

Lo stesso don Oreste Benzi, fondatore dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, nel 2001 in una lettera al Presidente del Consiglio dell’epoca, scriveva: «Condividendo direttamente la vita degli handicappati, dei tossicodipendenti, dei minori senza famiglia cerchiamo di far arrivare la loro voce ovunque, specialmente a chi ha il potere di liberare ed opprimere. (…) Di tanti ministeri esistenti, avrei voluto che lei ne avesse aggiunto un altro: il Ministero della pace. Gli uomini hanno sempre organizzato la guerra. È arrivata l’ora di organizzare la pace».

Dunque, la sfida è quella di realizzare una nuova politica, che affianchi ai consueti strumenti di gestione ordinaria un’azione radicale di cambiamento al sistema di vita delle nostre società, che faccia della pace uno specifico campo di azione dell’attività politica e di governo: «Solo costruendo giorno dopo giorno la pace – aggiungono i proponenti – si genera un tessuto sociale positivo, che superi le forze disgreganti, i populismi e le crisi, in grado di reagire alle spinte violente che scaturiscono dai conflitti sociali ed economici e dalle tensioni delle periferie dell’emarginazione». Il Ministero della pace vuole essere, quindi, una risposta innovativa al bisogno di sicurezza e benessere. Info: www.ministerodellapace.org.

About Davide De Amicis (4512 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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